Terremoto, l'Anac e la ricostruzione: «Controlli modello Expo»

Terremoto, l'Anac e la ricostruzione: «Controlli modello Expo»
ROMA Renzi chiama e l'Anac risponde. Anche secondo l'Autorità nazionale Anticorruzione, il modello Expo, annunciato due giorni fa dal premier per la ricostruzione...

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ROMA Renzi chiama e l'Anac risponde. Anche secondo l'Autorità nazionale Anticorruzione, il modello Expo, annunciato due giorni fa dal premier per la ricostruzione post terremoto, può funzionare, ma richiede interventi normativi ad hoc da parte del governo. In prima linea dopo lo scandalo sulle commesse della manifestazione milanese e adesso, ufficiosamente, investita della gestione successiva all'emergenza che ha colpito l'Italia centrale, l'Authority guidata da Raffaele Cantone entra in campo per la prima volta nella difficile fase che segue un evento sismico. Le modalità saranno studiate nelle prossime settimane, l'Anac controllerà gli appalti della ricostruzione, ma punterà anche a stabilire cosa sia accaduto prima del terremoto, a partire dai casi della scuola di Amatrice e del campanile di Accumoli.


IL PRIMO PASSO
Le emblematiche immagini della scuola e del campanile, ristrutturati secondo norme antisismiche e crollati martedì notte, saranno il punto di partenza: «Sull'appalto della scuola - spiegano dall'Anac - stabiliremo se effettuare un'attività di vigilanza, ovviamente senza alcuna sovrapposizione con le indagini già avviate dalla procura di Rieti e, nel caso, anche coordinandoci con le attività che saranno compiute dall'autorità giudiziaria».
 
IL MODELLO EXPO
Dal punto di vista tecnico, si potrebbe riprodurre il modello Expo: a Milano si trattava di effettuare i controlli a valle e in corso d'opera, perché i lavori erano già partiti; in questo caso, invece, si dovrà gestire l'iter di assegnazione dei lavori: «Credo servirà un intervento normativo - spiegano ancora dall'Anac - soprattutto dopo avere individuato il perimetro dell'intervento pubblico e chi dovrà occuparsene. Il modello Expo ha funzionate ed è riproducibile, a condizione che vi sia un centro decisionale unitario che si occupi degli appalti. E poi, a latere, bisognerà individuare un ruolo della prefettura, sullo schema dei poteri che sono stati riconosciuti al prefetto di Milano, per il controllo delle infiltrazioni mafiose».
Il dopo-sisma sarà un banco di prova anche per il nuovo Codice appalti, varato ad aprile e oggetto anche di critiche. I dati dei primi mesi indicano un calo delle gare, a causa di alcune incertezze applicative e di errori da sanare. Mancano inoltre i decreti attuativi che rendano pienamente operativo le nuove norme e la stessa Anac, che ha emanato sette linee guida, ne deve produrre altre tre. L'Autorità di vigilanza entrerà comunque in campo già la prossima settimana: «Il codice degli appalti - spiegano dall'Anac - non dovrebbe rappresentare un problema. La normativa è comunque applicabile anche in assenza di linee guida e comunque faremo una verifica già la settimana prossima sull'eventuale necessità di qualche provvedimento attuativo al quale, se necessario, sarà data massima priorità». Ma per evitare che gli appalti di ricostruzione di Amatrice, Arquata, Accumoli e degli altri borghi distrutti non si trasformino in un'occasione di malaffare e tangenti a discapito della sicurezza, sarà probabilmente necessario un intervento normativo del governo da emanare dopo aver individuato il perimetro dell'intervengo pubblico e chi dovrà occuparsene.

L'ANTIMAFIA

La partita è Complessa. Non a caso, dal procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, arriva un richiamo: «Bisogna assolutamente assicurare procedure trasparenti, controllate, semplici, soprattutto affidate a persone di comprovata onestà. Non basta, il super controllore, l'Anac. Ci vogliono le persone oneste sul campo».
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Il Messaggero