Martina Levato vuole essere trasferita assieme a suo figlio in una delle comunità di Don Mazzi o in alternativa all'Icam, istituto per madri detenute con figli. La sua difesa...
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Nell'istanza, come chiarito dal legale, la difesa proporrà il trasferimento da don Mazzi o all'Icam, ponendo sullo stesso piano le due alternative proposte ai giudici. Il difensore ha raccontato di aver illustrato il senso di questa istanza a Martina e la ragazza ha dato il suo consenso. Dopo l'istanza il pm Marcello Musso e anche quello minorile dovranno formulare un parere. È probabile che, proprio a seguito della richiesta della difesa Levato, i tempi per la decisione dei giudici possano allungarsi. Nel frattempo la madre e il bimbo resteranno ancora per questi giorni alla clinica Mangiagalli. Prima di formalizzare l'istanza, il legale dovrà ricevere un documento di accettazione di accoglienza da parte di don Mazzi, il quale comunque, come precisato dal difensore, avrebbe già dato l'ok spiegando di avere una struttura adatta ad accogliere sia la donna che il suo bambino.
Intanto la Clinica Mangiagalli di Milano fa sapere che formalizzerà al Tribunale di Milano, a quello dei minorenni, al Comune e al Carcere che Martina Levato e il suo bambino «sono dismissibili». Fonti interne alla clinica confermano di aver ricevuto «richiesta informale» dal Comune di trattenere madre e figlio ancora qualche giorno. La donna e suo figlio stanno bene e avrebbero già potuto essere dimessi «secondo le modalità di una dimissione protetta», quella che riguarda - come nel caso di Martina - un parto cesareo. Tuttavia, vista la situazione, la clinica ha ritenuto opportuno prendere tempo, anche dopo il «confronto informale» con il Comune. A Tribunali e Comune sarà chiesto di trovare per Martina e il neonato una sistemazione «adeguata a una madre che non può allattare».
Intato Alexander Boettcher, condannato in primo grado a 14 anni, ha riconosciuto il figlio avuto da Martina Levato. Due messi del Comune di Milano sono da poco usciti da San Vittore per il riconoscimento. Il pm di Milano, Marcello Musso, ha telefonato questa mattina al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, per risolvere il problema del riconoscimento di paternità. Essendo in carcere, Boettcher non poteva andare agli uffici del Comune per riconoscere formalmente il figlio. Per questo il sindaco ha inviato due messi comunali a San Vittore.
Già ieri Boettcher aveva chiesto di poter vedere il figlio ma per problemi burocratici nella procedura di riconoscimento il tribunale di Milano aveva respinto la richiesta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero