È da poco terminato il Consiglio dei ministri, quando il ministro dell'Interno Alfano twitta: «Pene raddoppiate per i furti in casa». ...
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Nel corso della riunione si è dato il via libera a un emendamento del governo che si innesterà sul testo di riforma del processo all'esame della Camera. Il testo inasprisce le sanzioni per furto in abitazione, furto con strappo, rapina. Reati spesso terreno di battaglia della Lega. Ma anche «reati che generano allarme sociale - sottolinea il vice ministro alla Giustizia Enrico Costa -. I dati segnalano un forte aumento dei furti in casa, raddoppiati in 10 anni, indica il Censis. Un trend in controtendenza col a generale calo dei reati.
Questo genere di delitti non incide solo sul patrimonio, ma anche sull'intimità e la serenità di persone e famiglie. È necessario un giro di vite perchè le norme attuali consentono un meccanismo di abbattimento delle pene che di fatto le rende non effettive: bisogna renderle effettive». Di qui un rialzo delle sanzioni previsto dall'emendamento che ora il Parlamento dovrà esaminare. Per furto in casa e con strappo la pena passa da 1-6 a 3-6 anni e in caso di aggravanti aumenta da 3 a 4 anni nel minimo restando a 10 nel massimo.
Per la rapina si passa da 3-10 a 4-10 anni e si sale a 5-20 anni se c'è l'uso di armi, il delitto è compiuto da persone travisate o più persone, avviene in abitazione o su mezzi di trasporto, se la vittima ha appena fruito di servizi in banche, bancomat o uffici postali o è over 65; e se si sommano più circostanze aggravanti, la pena minima sale a 6 anni. Riviste al rialzo anche le multe.
Più in là si ragionerà anche sulla possibilità di introdurre un inasprimento delle pene per i furti che colpiscono le aziende, con possibili agevolazioni fiscali per gli imprenditori colpiti Ma il Cdm ha dato il via libera definitivo anche a un altro provvedimento: il decreto legislativo sulla tenuità del fatto. Il testo può essere letto in parallelo col precedente e si applica a reati minori con pena massima fino a 5 anni o sanzione pecuniaria, quando non si tratti di condotte abituali e l'offesa recata sia lieve: a queste condizioni, il giudice potrà archiviare.
Il testo, al primo passaggio, aveva provocato una pioggia di critiche da Lega e Forza Italia che gridarono alla depenalizzazione.
Il Messaggero