Alfano e le inchieste, sale la fronda Ncd: governo nel mirino

Angelino Alfano
Angelino Alfano non ci sta. Protesta, con forza, contro le indiscrezioni che emergono dalle carte giudiziarie non su reati ma su comportamenti dei suoi familiari. «Oggi -...

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Angelino Alfano non ci sta. Protesta, con forza, contro le indiscrezioni che emergono dalle carte giudiziarie non su reati ma su comportamenti dei suoi familiari. «Oggi - dichiara di prima mattina il leader Ncd e ministro dell'Interno - la barbarie illegale arriva a farmi scoprire, dalle intercettazioni tra due segretarie, che mio padre un uomo di ottant'anni, il cui fisico è da tempo fiaccato da una malattia neurodegenerativa che non lo rende pienamente autosufficiente, avrebbe fatto pressioni presso le Poste per non so quale fantastiliardo di segnalazioni». «E' indegno dare credito e conto a ciò che i magistrati avevano scartato dopo avere studiato le carte - sottolinea il ministro - Nel frattempo, il contenuto reale dell'inchiesta giudiziaria passa in secondo ordine in spregio ai tanti uomini dello Stato che a quella inchiesta si sono applicati».


Una presa di posizione che, prevedibilmente, non smorza le polemiche. Se il Pd si schiera dalla parte del ministro («Accuse e indignazione dell'opposizione sono pretestuose») il M5S, la Lega e Sinistra Italiana lo attaccano a testa bassa chiedendone le dimissioni.
«Poste Italiane SpA, sta per Poste Italiane Società per Alfano? Le intercettazioni telefoniche inchiodano letteralmente il ministro degli Interni del Governo Renzi. Tra il padre che invia 80 curriculum alle Poste e l'assunzione del fratello del ministro nella stessa società, dovrebbe rassegnare oggi stesso le dimissioni», hanno dichiarato i capigruppo M5S di Camera e Senato Laura Castelli e Stefano Lucidi.
«Tra l'altro il caso dell'assunzione del fratello di Alfano fu denunciato nel 2013 dal Movimento 5 Stelle il 18 settembre 2013 in una interrogazione a prima firma Andrea Coletti che non ha mai avuto risposta» continuano Castelli e Lucidi. Alessandro Di Battista twitta: Ministro @angealfa ieri il lavoro a suo fratello, oggi i curricula inviati da suo padre. Che dice domani verrà in aula a darci spiegazioni?.

LEGA E SI ALL'ATTACCO
Come detto anche Lega Nord e Sinistra Italiana chiedono le dimissioni del ministro. «Le vicende familiari, sulle quali avevamo presentato una interrogazione già nel 2013 senza ottenere nessuna risposta, e quelle di alcuni esponenti del partito del Ministro dell'Interno sono gravi e destano parecchie preoccupazioni. L'Italia, in un momento così particolare, non può avere a capo del Viminale un ministro dimezzato e distratto da altro. Alfano faccia un gesto di responsabilità e si dimetta», ha detto il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto.

LA SOLIDARIETÀ

L'ex ministro e capogruppo NCd Maurizio Lupi difende invece Alfano: «Trovo indecente lo sciacallaggio mediatico che si nutre di bocconi di intercettazioni ritenute irrilevanti dai magistrati che le hanno visionate ma date in pasto illecitamente alle redazioni dei giornali. Angelino Alfano e le persone a lui care si ritrovano così sbattute in prima pagina per il contenuto di telefonate in cui persone terze citano presunti fatti di favoritismi tutt'altro che dimostrati e che sia nel tono che nel contenuto sanno di millanterie. Sono vicino personalmente e politicamente ad Angelino, che non è solo il leader del mio partito ma soprattutto un amico. Credo che un paese civile non dovrebbe tollerare questo scempio e queste gogne mediatiche fondate sul nulla». I centristi comunque restano in trincea e si dicono pronti a non votare il disegno di legge sulla prescrizione cui sta lavorando il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero