Ucciso dal branco ad Alatri, la fidanzata: «Ho cercato di difenderlo, quelli erano come bestie»

dal nostro inviato FUMONE Riavvolgere il nastro non si può. Era una sera come tante. Anzi, no, la prima volta che...

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dal nostro inviato

FUMONE
Riavvolgere il nastro non si può. Era una sera come tante. Anzi, no, la prima volta che Emanuele guidava la macchina del padre. Ketty Lisi, nella sua casa di Fumone, non smette di piangere. Non si dà pace, vorrebbe riavvolgere il nastro, accorgersi in tempo del pericolo. Parla con un filo di voce. Intorno i fratelli, la mamma Simonetta, le fanno da scudo in silenzio.
«Me l'hanno strappato via dalle mani, ho provato a salvarlo, ma uno mi ha presa e spinta via».

Ketty che è successo là dentro?
«Eravamo al bancone, quando a turno, in due, un italiano e un albanese hanno cominciato a infastidirci».

E' volata qualche battuta di troppo?
«Ma no. C'era l'albanese che era ubriaco e dava in continuazione spinte al mio ragazzo. Anche l'altro, ciondolava nel locale, barcollando. A un certo punto Emanuele è sbottato: E mo' basta, è iniziata la discussione, l'hanno portato fuori, anche io sono stata costretta a uscire».

C'era la musica, gli altri amici che erano con voi non hanno realizzato subito quanto stava per accadere. Tu che hai fatto?
«Ho cercato di avvicinarmi ma era circondato da quelle bestie. Ora voglio giustizia, devono pagare. Emanuele era speciale».

Da quanto stavate assieme?
«Da poco meno di un anno, ma eravamo stati compagni di scuola, nell'Istituto chimico e biologico di Alatri. Lui era pieno di vita, era immenso, speciale, accendeva il sole».

Un grande amore, sempre insieme, mano nella mano sotto casa, al lago. A brigare con Emanuele, così buono, da praticare il carpfishing, la pesca dei pacifisti, quelli che fatta una foto ricordo, ributtano in mare il pesce senza avergli fatto male...
«Era bellissimo ed io lo amavo tanto. Non meritava tutto questo, non meritava una morte cosi. Ora merita solo giustizia. Ma che sia severa davvero. Quanto a me, vorrei svegliarmi e pensare che sia solo un sogno, un brutto sogno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero