Alabama, Trump: «Io dissi che Moore non poteva vincere»

Donald Trump cerca di salvare la faccia dopo la cocente e pericolosa sconfitta elettorale in Alabama del repubblicano Roger Moore, che aveva sostenuto come seconda scelta dopo...

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Donald Trump cerca di salvare la faccia dopo la cocente e pericolosa sconfitta elettorale in Alabama del repubblicano Roger Moore, che aveva sostenuto come seconda scelta dopo aver supportato nelle primarie Luther Strange. «Il motivo per cui inizialmente ho sostenuto Luther Strange (e i suoi numeri erano saliti moltissimo) è che avevo detto che Roy Moore non sarebbe stato in grado di vincere l'elezione generale. Avevo ragione! Roy ha lavorato duro ma gli hanno remato contro!», ha twittato.


A vincere è stato il democratico Doug Jones, che ha strappato ai repubblicani un prezioso seggio in Senato. Ed è uno schiaffo, e sonoro, per il presidente Trump che aveva appoggiato Moore nonostante le controversie sulle accuse di molestie sessuali.

Oltre a essere un duro colpo per il Grand Old Party che vedrà la sua già risicata maggioranza in Senato - di 52 seggi su 100 - ulteriormente ridotta. Il risultato in Alabama è poi un segnale particolarmente significativo in vista delle elezioni di midterm nel 2018 per il rinnovo del Congresso, di cui la consultazione nello Stato 'ruby red' (rosso rubino per la sua tradizionalmente netta connotazione repubblicana) è stata considerata un test.

A poco è valso allora il talismano Sassy, questo il nome del cavallo di Roy Moore in sella al quale l'ex giudice
conservatore si è recato a votare al seggio le scorse ore: ha perso per una manciata di voti, ma ha perso. Sebbene il giudice conservatore comparendo fra i suoi sostenitori a Montgomery non è disposto a concedere la vittoria e prende tempo, per finalizzare il conteggio dei voti.




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Il Messaggero