Sull'affido condiviso nuovo scontro fra Forza Italia e Lega. Il deputato della Lega Simone Pillon, che di mestiere fa l'avvocato e che ha presentato un controverso disegno...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Non esiste alcun conflitto di interessi: il mio studio mai ha offerto e mai offrirà mediazione. Sfido chiunque a trovare un solo cliente seguito per tale materia. Ho studiato la mediazione per comprendere meglio i conflitti familiari, ma mai ho esercitato tale professione, indirizzando sempre i clienti che ne facevano richiesta ai servizi gratuiti offerti dai consultori del volontariato, così come chiaramente specificato sul sito internet del mio Studio>, ha dichiarato Pillon.
Secca la replica di rancesco Giro di Forza Italia nei giorni scorsi duramente critico con il progetto di Pillon. "Prendiamo atto della smentita - afferma Giro - Però facciamo due osservazioni. La prima: Pillon nel
curriculum consegnato al Senato si definisce mediatore familiare. Allora delle due l'una, o lui è mediatore e allora fa
mediazione familiare (che la sua legge vorrebbe imporre e rendere obbligatoria), oppure è inutile scriverlo sul suo
curriculum. Non convince affatto che lui, oggi, con molto ritardo e solo dopo l'attacco dell'Espresso, venga a dirci
praticamente »sono mediatore familiare, ma non faccio mediazione».
«Seconda cosa - aggiunge Giro - Pillon non attacchi i suoi colleghi avvocati matrimonialisti e non la butti in caciara
altrimenti non è credibile poi lamentarsi e minacciare querele se si getta discredito sui colleghi. Io sono separato e l'
avvocato non mi ha chiesto le cifre esorbitanti e fantastiche evocate da Pillon. Calma. Infine: Pillon a chi vuol far credere che la mediazione sia gratuita? I mediatori pescati da un fantomatico albo lavorerebbero gratis? Ma quando mai! Qualcuno dovrà pure pagarli, e paga lo Stato. Pagano i cittadini. Un'altra tassa pagata da tutti. Sui divorzi di alcuni. E no. Basta».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero