Aereo russo caduto nel Sinai, il mistero: «Trovati elementi esterni a struttura veicolo»

Aereo russo caduto nel Sinai, il mistero: «Trovati elementi esterni a struttura veicolo»
Un «lampo di calore» in aria nel momento del disastro aereo nei cieli del Sinai: è la scoperta, fatta da un satellite a infrarossi Usa, che potrebbe aiutare a far luce sulla...

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Un «lampo di calore» in aria nel momento del disastro aereo nei cieli del Sinai: è la scoperta, fatta da un satellite a infrarossi Usa, che potrebbe aiutare a far luce sulla sciagura in cui hanno perso la vita 224 persone, per lo più turisti russi che tornavano a casa dopo una vacanza al mare a Sharm el-Sheikh.




Secondo i funzionari del Pentagono sentiti dalla Cnn, la rilevazione del satellite esclude che l'A321 precipitato sabato sia stato abbattuto da un missile, mentre rimane al contrario «aperta l'ipotesi di una possibile bomba». E a rendere ancora più complicato il quadro delle ricerche - a cui partecipano esperti egiziani, russi, francesi, tedeschi e irlandesi - è il ritrovamento di «elementi estranei alla struttura del velivolo» nell'area in cui giacciono i resti dell'aereo: a darne notizia è la Tass, citando una fonte ben informata al Cairo.



Si potrebbe trattare, in teoria, proprio di frammenti di bomba, o di un missile, ma un'altra fonte sentita sempre dall'agenzia di stampa ufficiale russa invita alla prudenza, e non esclude che gli elementi rinvenuti, e inviati ai ricercatori, siano da ricondurre a «materiale trasportato dai passeggeri», come per esempio «attrezzature per l'immersione». A fare maggiore chiarezza sulla tragedia potrebbero essere le registrazioni e i dati custoditi nelle scatole nere, la cui analisi è iniziata oggi al Cairo.



Per il momento gli esperti avanzano le congetture più diverse, che vanno dal guasto tecnico alla bomba nascosta nella stiva, dal razzo all'esplosione di un motore o di un serbatoio di carburante. Poche ore dopo la catastrofe, i jihadisti del Sinai affiliati all'Isis hanno dichiarato di aver abbattuto l'Airbus, ma questo nel momento in cui è scomparso dai radar viaggiava a quota 9.450 metri: un'altezza che gli esperti giudicano troppo elevata per i razzi a spalla di cui si sa che gli estremisti della zona sono in possesso. E oggi, parlando ai microfoni della Bbc, anche il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi ha bocciato la rivendicazione dei jihadisti bollandola come «propaganda» per «danneggiare la stabilità e la sicurezza dell'Egitto e la sua immagine». Le autorità russe e numerosi analisti sembrano d'accordo sul fatto che l'aereo si sia disintegrato in volo, perchè i frammenti del velivolo e i corpi delle vittime sono stati trovati dispersi su un'area vasta diversi chilometri quadrati. Ma il ministero dell'Aviazione civile egiziano sostiene che non ci sono prove a conferma di questa ipotesi. In ogni caso, una fonte citata da Interfax sostiene che «le registrazioni delle conversazioni dell'equipaggio con i controllori del traffico aereo indicano che la situazione a bordo» dell'Airbus russo «era normale quattro minuti prima che il velivolo sparisse dagli schermi dei radar».



E quindi «nulla fa pensare a un qualche malfunzionamento a bordo». Del resto, sembra che neanche i piloti abbiano individuato guasti, e questo - secondo l'esperto - «fa supporre che una situazione di emergenza si sia verificata a bordo inaspettatamente», senza lasciare ai piloti «il tempo di lanciare l'allarme». Eppure - sempre stando alla stessa fonte - «nelle registrazioni» si sentono «suoni non caratteristici di un volo normale» che «precedono il momento della sparizione dell'aereo dagli schermi dei radar». Inoltre, secondo una persona «al corrente della situazione» citata ancora una volta da Interfax, non sono stati trovati segni di un impatto esterno sugli elementi integri della superficie dell'A321 finora esaminati. Anche se le ricerche ovviamente continuano.



A San Pietroburgo, la città dove era diretto l'aereo, continua, lento, il processo di identificazione delle vittime in un obitorio di corso Shafirovski. All'ingresso gli abitanti dell'antica capitale russa hanno deposto garofani rossi, ceri e peluche in memoria dei 224 che hanno perso la vita sul disgraziato volo 92-68. I corpi di 196 persone sono già arrivati in Russia su degli aerei di Stato, mentre stando al responsabile sanitario dell'aeroporto di Sharm el-Sheikh, Medhat Qandil, i resti di 28 vittime i cui corpi non sono stati ritrovati integri sono stati mandati oggi a Mosca su un jet militare.
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Il Messaggero