È morto a 82 anni Piero Ostellino, direttore del Corriere della Sera dal giugno 1984 al febbraio 1987 e per molti anni corrispondente e editorialista per il quotidiano di...
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Dal 1990 al 1995 diresse anche l'Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano e fu membro del comitato scientifico dell'Università della Carolina del Nord. Autore di numerosi saggi di carattere storico e politico, fu prima di tutto giornalista, raccontando la politica italiana e mondiale senza lesinare critiche. La sua carriera è legata a doppio filo con la storia recente del Corriere della Sera. Ostellino, che intraprese la carriera giornalistica molto giovane, approdò a via Solferino nel 1967.
Da sempre ostile all'ideologia comunista, nel 1973 divenne corrispondente da Mosca, in epoca brezneviana. Quell'esperienza fu raccolta nel libro Vivere in Russia, edito da Rizzoli nel 1977. In un analogo volume, Vivere in Cina, pubblicato nel 1981, raccontò invece la sua esperienza di corrispondente da Pechino a partire dal 1979. Dopo l'esperienza da direttore, Ostellino continuò a raccontare sul Corriere della Sera, nella rubrica settimanale Il dubbio, le contraddizioni della politica italiana nell'epoca della crisi della partitocrazia del dopo Mani Pulite. Sempre fedele ai valori liberali, anche nell'ultima esperienza al Giornale dal 2015, mise sempre in evidenza tutte le difficoltà delle formazioni politiche della destra a mettere in pratica quelle politiche, cedendo spesso a logiche dirigiste e assistenzialiste. Un'impostazione che emerge in tutta la sua chiarezza nel suo ultimo volume, Lo Stato canaglia, libro di denuncia in difesa del cittadino vessato dal pubblico, edito da Rizzoli nel 2009. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero