Il consigliere comunale di Taranto Massimo Battista, operaio dell'Ilva, eletto nelle amministrative del giugno 2017, ha lasciato il Movimento Cinque Stelle e si è...
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Battista ha precisato di aver avuto due incontro con Di Maio: «uno il 12 giugno, quando fui convocato per l'indomani al Mise e spiegai le ragioni per le quali la fabbrica va chiusa e in che maniera va chiusa, poi il 30 luglio, quando ci fu la tromba d'aria che invase la città e il rione Tamburi creando una nube infernale di polveri. Il movimento per me non esiste più perché ormai non è più uno vale uno, ma le decisioni vengono prese dall'alto senza tener conto della base.
Battista contesta anche le modalità del referendum sull'accordo. «Da ex sindacalista - ha sostenuto - posso dire che una volta si prendeva un'ipotesi di accordo senza firme e si andava in mezzo ai lavoratori per spiegare i dettagli e poi procedere alla votazione. Ora c'è un banchetto con una cartella in cui si chiede al lavoratori di esprimere la propria preferenza e non si chiede tesserino, né carta d'identità. Uno potrebbe votare anche più volte. E poi l'accordo è chiuso. É già tutto scritto». Quanto ai livelli occupazionali, l'ex rappresentante del M5S fa rilevare che dall'accordo emerge che «passeranno a Mittal 8200 lavoratori dell'Ilva di Taranto più altri 300 delle società Taranto Energia e Taranto Marittima. Significa che 2200 esuberi saranno ancora una volta per la città di Taranto. In questo accordo ha vinto la Lega nord e hanno vinto parlamentari e consiglieri comunali del M5S di Genova, che resta escluso dagli esuberi grazie al famoso accordo di programma del 2005 che, come tutti sappiamo, prevedeva il mantenimento di tutti i livelli occupazionali». Di Maio, «se vuole recuperare, visto che il suo movimento è maggioranza del paese, oggi stesso - ha detto Battista - deve fare il tredicesimo decreto, deve togliere l'immunità penale. Non succede in nessuna parte del mondo che il mio datore di lavoro possa uccidermi ed è immune penalmente. Io non entro nel merito di quello che dice l'Avvocatura, che è stata ben precisa. Ancora una volta ha prevalso l'occupazione rispetto all'ambiente e alla salute dei cittadini di Taranto. Ho sentito - ha concluso Battista - che il ponte di Genova sarà costruito con l'acciaio di Taranto. Non so quanti ponti nel mondo bisogna costruire sui morti di Taranto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero