Abiti con false griffe in vendita sui social, 4mila capi sequestrati: indagate 14 persone

Abiti con false griffe in vendita sui social, 4mila capi sequestrati: indagate 14 persone
Vetrine virtuali di merce griffata contraffatta quelle scoperte dalla Guardia di Finanza di Treviglio grazie ad indagini che hanno portato alla denuncia di 14 persone,...

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Vetrine virtuali di merce griffata contraffatta quelle scoperte dalla Guardia di Finanza di Treviglio grazie ad indagini che hanno portato alla denuncia di 14 persone, responsabili a vario titolo di un vero e proprio mercato del falso online, che ha visto coinvolti oltre 250 clienti che hanno acquistato articoli «taroccati» sul web.


I foritori erano tutti romani e napoletani. «Social Griffe» il nome dell’operazione condotta dai finanzieri della Compagnia di Treviglio, così battezzata poiché gli indagati si servivano proprio di un noto social network per «postare» annunci pubblicitari e foto di svariati articoli di abbigliamento e accessori, a prezzi super convenienti. Borse, scarpe, portafogli, capi di vestiario, ma anche abbigliamento sportivo, delle più note griffe della moda, il tutto pubblicizzato con ampia offerta di colori, modelli e taglie, anche per bambini.

Da un monitoraggio di un social network, i finanzieri sono stati attirati dalla presenza di alcune pagine e profili in cui venivano proposti gli articoli griffati a prezzi decisamente inferiori a quelli di mercato, privi di etichette o cartellini, con tanto di foto. Sono così scattate le indagini che hanno permesso di risalire ai gestori di 3 profili incriminati, riconducibili a tre persone residenti nella bassa bergamasca, nei cui confronti sono scattate le perquisizioni presso le rispettive abitazioni. Qui sono stati rinvenuti e sequestrati circa 70 articoli contraffatti, nonché tablet, cellullari, agende, listini prezzi, ricevute di spedizione e di ricarica di carte prepagate.


L’analisi del materiale sequestrato nonché gli accertamenti bancari svolti hanno consentito di ricostruire la filiera del commercio illegale fino ai fornitori degli indagati, tutti residenti nelle province di Napoli e Roma, nei confronti dei quali i finanzieri hanno eseguito, in stretta sinergia con i Reparti territorialmente competenti, ulteriori perquisizioni che hanno portato al sequestro di circa 4.000 capi contraffatti. Al termine delle investigazioni, l’attenzione dei militari si è concentrata sulla fitta rete di clienti degli indagati, sparsa su tutto il territorio nazionale, ai quali è stata contestata la pertinente violazione amministrativa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero