Usa, «Il mio fidanzato vuole ammazzarmi»: la polizia non le crede, uccisa a fucilate insieme al figlio di 8 anni

Usa, «Il mio fidanzato vuole ammazzarmi»: la polizia non le crede, uccisa a fucilate insieme al figlio di 8 anni
NEW YORK – Drammatico patatrac della polizia in Florida, nella cittadina di Sanford. Probabilmente convinti che una donna stesse esagerando nel denunciare il compagno, due...

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NEW YORK – Drammatico patatrac della polizia in Florida, nella cittadina di Sanford. Probabilmente convinti che una donna stesse esagerando nel denunciare il compagno, due poliziotti le hanno intimato di «smettere di chiamare il numero delle emergenze». Due ore dopo, il compagno penetrava nella casa della donna, armato di un fucile d’assalto AK-47 e uccideva sia lei che il suo bambino di otto anni, Christian, ferendone un secondo di sette, Brendon. L’uomo ha anche ferito il padre della donna e due passanti.


L’aggressione è avvenuta la scorsa settimana, ma solo ora si scopre cos’era successo prima che il 31enne Allen Dion Cashe massacrasse la 35enne Latina Herring e suo figlio. Per ben due volte la donna aveva chiamato il 911, il numero delle emergenze. La prima volta una pattuglia della polizia è stata richiesta a un distributore di benzina, nel mezzo della notte, dove la coppia stava litigando. Latina voleva che l’uomo le restituisse le chiavi di casa sua, e lui continuava a sostenere di non averle.

Venti minuti più tardi, la donna chiamava di nuovo il 911, da casa sua. E di nuovo la polizia è arrivata e ha trovato la coppia nel mezzo di una lite. Ancora una volta, la donna chiedeva che l'uomo restituisse le chiavi di casa, e lui sosteneva di non averle.

E’ stato in quell’occasione che uno dei poliziotti ha deciso che si trattava solo di una lite, cioè di “un problema privato”, e ha ingiunto a Latina di smettere di chiamare il 911 e non lanciare più “accuse false”.

Il secondo poliziotto però ha espresso dei dubbi, e si sente che nella registrazione della body-cam si chiede se l’uomo non intenda “fare qualcosa” alla donna.

Purtroppo è proprio quello che è successo. Due ore dopo, all’alba, mentre nella casa di Latina tutti dormivano, Cashe è tornato, usando le proprie chiavi è entrato, e ha sparato all’impazzata. Adesso è in prigione, sotto l’accusa di omicidio premeditato.


Gli amici e i parenti di Latina Herring però sono convinti che la colpa non sia solo di Cashe: «Dovevano proteggerla – si sfoga LaDasha Beasley, la migliore amica di Latina -. Hanno protetto invece quell’uomo. Questa non è giustizia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero