Brescia, apre “21 grammi”, il bar che offre cappuccini e pari opportunità: i dipendenti sono ragazzi con la sindrome di Down

Il bar 21 grammi
Non è un semplice bar quello appena aperto a Brescia. Cappuccini, caffè, tramezzini e cibi assortiti per il brunch e l’aperitivo sono gli stessi che puoi...

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Non è un semplice bar quello appena aperto a Brescia. Cappuccini, caffè, tramezzini e cibi assortiti per il brunch e l’aperitivo sono gli stessi che puoi trovare ovunque. Ma l’atmosfera e il personale, no, quelli qui sono davvero speciali. Perché il posto ha l’aria di essere un grande laboratorio di vita e chi ci lavora difficilmente riesce a farlo da altre parti. Il locale in questione si chiana “21 grammi”, si trova al centro della città lombarda in viale Italia e i dipendenti sono tutti ragazzi con la sindrome di Down. Il nome del bar infatti è dedicato proprio a loro perché 21, oltre ad essere il peso in grammi dell’aria secondo la teoria di MacDougall, è anche il numero del cromosoma che, quando è presente in tre copie, determina questa sindrome.

 


L’idea è venuta a una Onlus,  Big Bang, da tempo impegnata a inserire nel mondo del lavoro i ragazzi che vivono con quella che non va considerata una malattia né una menomazione ma una “condizione genetica”. Che, in quanto tale, non deve essere penalizzata ma avere pari diritti e soprattutto pari opportunità come per tutti. Anche in campo lavorativo. Ecco allora che, dopo l’approvazione da parte del Comune e dell’Asl di Brescia lo scorso autunno, l’idea si è concretizzata qualche giorno fa anche grazie al Centro Bresciano Down. E alla collaborazione dell'Istituto Alberghiero della città che ha insegnato agli aspiranti camerieri e chef le nozioni base di cucina, oltre a offrir loro un master di caffetteria.

Risultato, un’equipe agguerrita ed entusiasta composta da 8 ragazzi Down che si cimentano in sala, in cucina e nel laboratorio di pasticceria. Tutti impegnati in vari ruoli offerti dal settore della ristorazione che ben si presta a valorizzare le diverse attitudini di ognuno. Come dire, una e mille possibilità da cucinare insieme e offrire alla società come in un menù per tutti i gusti. Ma con un unico ingrediente: il diritto alle pari opportunità.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero