«La priorità deve essere la jihad contro l'America». Più che un appello suona come un imperativo il messaggio del leader di al Qaida, Ayman al...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il timore della Casa Bianca è che ora possa essere ribaltato il veto presidenziale, già pronto sul tavolo dello Studio Ovale. E all'orizzonte si profila un braccio di ferro che potrebbe infuocare le ultime settimane della campagna elettorale americana. «Bisogna esportare la guerra santa e colpire gli Stati Uniti e i loro alleati», tuona intanto al Zawahiri, che per un giorno ruba la scena a quello Stato islamico che da tempo ha sostituito al Qaida in cima alle preoccupazioni dei Paesi Occidentali. «Fino a quando i vostri crimini continueranno - minaccia il successore di Osama bin Laden - gli eventi come l'11 settembre dovrebbero ripetersi migliaia di volte, così è la volontà di Allah». E mentre una nazione intera si prepara al doloroso ricordo degli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono, senza scordare l'aereo precipitato in Pennsylvania probabilmente destinato a colpire il Congresso, al Zawahiri lancia anche un inedito invito alla comunità afroamericana, cavalcando le crescenti tensioni razziali negli Stati Uniti e ricorrendo persino ad un audio con la voce di Malcom X: «Aderite all'Islam, diventate musulmani, ribellatevi alle leggi dei bianchi e combattete». Parole che certo non possono non preoccupare le autorità Usa e le città di New York e Washington, con le misure di sicurezza attorno alle celebrazioni dell'anniversario dell'11 settembre elevate ai massimi livelli. Soprattutto nell'area del memorial di Ground Zero, dove tra le tante personalità l'11 ci sarà anche la candidata democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton, che all'epoca degli attentati era senatrice eletta proprio nello stato di New York.
Il mal di testa principale per Obama in queste ore è però il caso della legge sulle possibili cause all'Arabia Saudita, sospettata di essere dietro agli attacchi di 15 anni fa. È quello che rischia di diventare un vero e proprio «incubo diplomatico» per il presidente nelle ultime settimane del suo mandato.
Il Messaggero