«Io sono per le primarie aperte», dice il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd, intervistato da Maria Latella a SkyTg24....
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Alla domanda sull'interesse manifestato da Massimo D'Alema per la sua candidatura al congresso, Zingaretti ha risposto: «Io metto idee che riaggregano la sinistra, se queste idee conquistano io non posso che guardare all'ipotesi con favore. Io ho già detto che però il futuro ha bisogno di nuovo gruppo dirigente».
«Io mi rivolgo agli elettori, a chi ha votato Lega, M5s, a chi non ha votato Pd per dire 'abbiamo capito e vogliamo voltare pagina'. Per questo ho organizzato il 13 e 14 ottobre 'Piazza Grande'». «La piazza è il luogo dove si va per incontrare gli altri, per discutere - ha spiegato - e 'grande' per ricomporre un popolo diviso che è diventato debole e ha permesso che questi qua vincessero con quattro baiocchi». Riguardo al rapporto con il M5s, Zingaretti ha parlato di 'fake news': «Loro sono all'opposizione in Consiglio regionale.
Poi Zingaretti, che si dice in tutto favorevole all'ipotesi di «Paolo Gentiloni commissario Ue», sottolinea che «Renzi è una risorsa, mi auguro che capisca di più che ci sono momenti in cui spingere con tutti gli altri è una bella cosa. Io non condivido tante cose, il giudizio su questi anni, ma non penso che le persone vadano eliminate dallo scenario politico. Anzi - ha aggiunto - mi candido per ricostruire un clima nel quale sia chiara la linea ma la cittadinanza sia di tutti. Abbiamo già pagato il prezzo di 'o si è d'accordo o tutti a casa'. Il Pd fa congressi per questo. Non è un partito come i M5s, di proprietà di una società privata. Ci sono i militanti, gli iscritti. Se farò il segretario sarà una forza politica in cui anche chi è sconfitto si sentirà fino in fondo parte di questa comunità. Questo fa un leader purtroppo in questi anni non è sempre stato così. La cosa più scorretta nei miei confronti da quando mi sono candidato? Mi dispiace quando dicono cose false».
«Il Pd ha perso tra i ceti popolari. Dobbiamo costruire una nuova proposta politica: dobbiamo creare ricchezza ma porci il problema che venga ridistribuita nel senso dell'equità. Io vorrei essere indicato per strada come un partito che è il più bravo a produrre ricchezza ma anche il più testardo a porsi il problema che venga ridistribuita». A chi gli chiedeva un commento sui dirigenti affascinati dalla ricchezza e dalla frequentazione dei 'potenti', Zingaretti ha risposto: «La cosa importante è rimanere se stessi: posso anche andare a pranzo dalla regina Elisabetta e rimanere me stesso, anche nell'austerità che a mio avviso deve avere un politico, perché deve dare sempre il buon esempio».
«La tessera di cui sta parlando Di Maio, con lo Stato che controlla che cosa il bisognoso si compra o che deve spendere i soldi entro la fine del mese altrimenti ti leva i soldi... Questa è una idea delle persone bisognose come suddite del potere». «Come se una persona più povera - ha aggiunto - sia di per sé un indisciplinato da controllare. Una idea di persona come i polli di allevamento. Questo è molto sbagliato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero