Governance di Bankitalia, Visco rievoca Ciampi: «Difese l'autonomia di via Nazionale»

Ignazio Visco
In Parlamento si susseguono le proposte di legge per rivedere governance e prerogative della Banca d'Italia e il governatore Ignazio Visco si appella al dogma del suo...

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In Parlamento si susseguono le proposte di legge per rivedere governance e prerogative della Banca d'Italia e il governatore Ignazio Visco si appella al dogma del suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi per ribadire l'importanza dell'autonomia dell'Istituto di Via Nazionale dal mondo della politica.


Nella prima di una serie di iniziative per commemorare il centenario della nascita dell'uomo che scandì la propria carriera in tutte le principali istituzioni pubbliche, culminando poi al Quirinale, Visco ha ricordato oggi come Ciampi fu «un governatore al servizio del Paese». Un governatore che difese «strenuamente l'autonomia dalla politica» del suo ruolo di banchiere centrale.

E l'esempio di Ciampi è stato l'occasione per Visco per ribadire il suo punto di vista a chi vorrebbe nazionalizzare la Banca d'Italia o riformarne la governance. «La sua ispirazione continua a essere per la Banca d'Italia un punto di riferimento essenziale per svolgere in piena coscienza i compiti che le sono affidati», ha sottolineato il governatore. Pochi equivoci dunque da parte di Visco rispetto al ddl proposto da Giorgia Meloni di nazionalizzare la Banca d'Italia. Provvedimento per altro già bocciato dalla Bce e duramente criticato oggi - proprio nel giorno in cui era calendarizzato per la discussione in commissione Finanze della Camera - anche dal sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze Alessio Villarosa del MoVimento 5 Stelle secondo il quale in questo modo si esproprierebbero le casse previdenziali.

«Io credo fermamente nel valore delle istituzioni. Sono il vero ancoraggio del Paese», sono le parole di Ciampi ricordate dal Governatore. Spunto, questo, per puntare il fuoco sulla «indispensabile distinzione delle responsabilità che Ciampi fece sua personalmente, prima come banchiere centrale - difendendo strenuamente l'autonomia dalla politica - dopo mettendo a disposizione della politica, dell'arte di governare nel senso più alto, la propria cultura istituzionale, la propria saggezza».


Insomma un altro messaggio che mette indirettamente in discussione anche le altre proposte che vedono il tentativo di ingerenza nell'autonomia di Bankitalia. Tra queste quella del leghista Claudio Borghi, secondo cui la proprietà delle riserve auree è dello Stato mentre a Bankitalia spetterebbe solo il compito di detenerle a titolo di deposito e gestirle. E quella del presidente della commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai, che vorrebbe una revisione della governance dell'istituto centrale.
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Il Messaggero