BRUXELLES Conti pubblici deteriorati e stallo delle riforme (con il nostro Paese che risulta quello con più barriere agli investimenti) rendono l'Italia vulnerabile....
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L'Italia si trova con Grecia e Cipro nella lista dei Paesi con squilibri macroeconomici eccessivi e quindi soggetti all'attenzione di Bruxelles. Tuttavia la posizione dell'Italia appare più seria date la dimensione dell'economia e le scelte di bilancio che secondo Bruxelles daranno stimoli marginali alla crescita. Non ci sono decisioni rispetto a eventuali procedure: per i conti pubblici tutto è rinviato a dopo il voto Ue di fine maggio. E quanto agli squilibri eccessivi, per i quali esiste una procedura di infrazione specifica mai sperimentata, il vicepresidente Dombrovskis ha detto: «Siamo preoccupati perché il debito non calerà, al momento non suggeriamo di aprire una procedura, ma rivaluteremo la situazione in primavera». Dipenderà dal piano di riforme dell'Italia. Tra qualche mese la situazione sarà più chiara: il governo dovrà indicare le scelte di bilancio per il 2020 e anni seguenti; ci saranno sul tavolo i dati finali del 2018 e ci sarà soprattutto quasi un semestre di attuazione della legge di bilancio. Resta il fatto che le narrazioni di Bruxelles e del governo sono agli antipodi. Il premier Conte si è limitato a commentare che «il rapporto contiene stime di crescita che sottovalutano decisamente l'impatto delle misure economiche che si dispiegherà nei mesi a venire». Senza ribattere nel merito dell'analisi comunitaria. L'Italia si trova fra i paesi con squilibri eccessivi dal 2014. Il primo squilibrio è il debito pubblico, «la maggiore vulnerabilità». Seguono la lenta crescita della produttività e l'alta disoccupazione. La situazione degli Stati è molto varia: dieci presentano squilibri importanti, ma non giudicati eccessivi.
LE PROSSIME MOSSE
Tra questi c'è la Germania per l'enorme surplus delle partite correnti: è un eccesso di risparmio che non serve a finanziare nella misura dovuta gli investimenti interni e a rilanciare la domanda nella zona euro.
Il Messaggero