Totò Cuffaro si rivede con la "sua" Dc: «Più che balena, la chiamerei il balenottero bianco»

L'ex presidente della Sicilia, dopo aver scontato la pena per favoreggiamento alla mafia, è tornato in pista: «Presenteremo liste in tutta Italia e puntiamo alle Europee»

Totò Cuffaro si rivede con la "sua" Dc: «Più che balena, la chiamerei il balenottero bianco»
Roma, ore 12, appena fuori dal Senato. Via vai di senatori, passanti e turisti. All'improvviso compare lui: Salvatore Cuffaro. Breve biografia: detto Totò...

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Roma, ore 12, appena fuori dal Senato. Via vai di senatori, passanti e turisti. All'improvviso compare lui: Salvatore Cuffaro. Breve biografia: detto Totò Vasa-Vasa (bacia-bacia), storico esponente della Dc isolana, poi presidente della Regione Sicilia dal 2001 al 2008, poi senatore, poi condannato per favoreggiamento alla mafia. Nel 2011 entra a Rebibbia per scontare una condanna a 7 anni di carcere. Esce (in anticipo) nel 2015. La sua detenzione in due cifre: 1688, ossia i giorni in carcere, e 78, i chili che aveva quando uscì, una ventina in meno di quelli all'entrata, poi in parte ripresi. Promette: mai più in politica, poi ci ricasca. Di recente torna sulle cronache per due video: il primo in cui riscrive la citazione di Martin Luther King (che diventa «I have a drink»), il secondo mentre fa il trenino con il pugno alzato e una maglietta dell'Urss.

La rinascita della Dc

La domanda è d'obbligo: mi scusi, Cuffaro, che ci fa fuori da Palazzo Madama? «Sto aprendo la segreteria politica del mio partito, la Democrazia Cristiana». Ah giusto, cosa pensa del fatto che ne sia nata un'altra di recente, fondata da Gianfranco Rotondi? «La Dc è di quelli che la voteranno, ma per votarla è necessario che qualcuno presenti le liste. Noi in Sicilia lo abbiamo fatto e gli elettori l'hanno votata. Se ci sarà qualche altro che presenterà una lista della sua Democrazia Cristiana lo faccia pure». Non farete ricorso per impedire la nascita di altri movimenti simili? «No, niente ricorsi». E dell'avvocato Antonio Cirillo, che sostiene di essere l'unico detentore del marchio? «Ha fatto un sacco di cause e ha sempre perso», risponde Cuffaro. Tira fuori il cellulare, sulla cover c'è l'adesivo con il simbolo del partito. Croce rossa su sfondo bianco: più la bandiera inglese che il simbolo della Dc. «Al ministero degli Interni è stata accettata la nostra lista e quindi abbiamo perso ogni interesse a rivendicare lo scudo crociato».

Italia, Europa

Sta di fatto che questa Balena Bianca continua ad avere qualche seguito. «Più che balena, la chiamerei un balenottero bianco. Tira ancora perché abbiamo una classe dirigente che è andata in giro per i comuni, adesso abbiamo 450 consiglieri comunali». E in Sicilia sedete nella giunta Schifani: «Appoggiamo Schifani, ma abbiamo preso cinque parlamentari regionali, ora puntiamo a esserci in altre regioni, a cominciare dalla Sardegna». Appoggerete il candidato di centrodestra? «Non abbiamo la pretesa di scegliere il presidente della Regione, voteremo quello che eleggeranno. E poi presenteremo una lista anche in Basilicata e Umbria, anche se ci sono già altre democrazie cristiane». Ha detto che non si candiderà alle elezioni europee, ma la sua lista? «Stiamo lavorando per fare un rassemblement di centro dove possano trovare spazio tutti che hanno come ispirazione politica il Ppe, come Forza Italia o Noi Moderati». Nessuna possibilità di accordi con il rivale Cateno De Luca? «No, con lui litighiamo sempre e poi non sta nel Ppe». Però di recente De Luca ha preso parte a un congresso con Beppe Fioroni (dove c'era anche Mastella, fresco di patto con Renzi per le europee). Anche l'ex ministro dell'Istruzione fa concorrenza al centro. «Sì, ma Fioroni va con Renzi (al momento non è ufficiale, però, ndr) e non nel Ppe. E poi De Luca litiga con tutti, ha litigato pure con Renzi».

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Il Messaggero