Arrivano solo alla fine i leghisti per salvare il ministro Toninelli nel voto sulla sfiducia proposto dal Pd e anche da Forza Italia. Ma fino a un attimo prima del voto, Toninelli...
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Lega non pervenuta. L'assenza degli esponenti leghisti di governo si sente, a cominciare da Matteo Salvini. Al momento delle dichiarazioni di voto, al fianco di Toninelli, appaiono il premier Giuseppe Conte, il vice premier Luigi Di Maio e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro.
Andrea Marcucci attacca: "Signor ministro prenda atto della situazione. Del fatto che i ministri della Lega oggi non sono presenti a supportarla. Lei si ricorda come ha cominciato? Con un'intervista di un suo sottosegretario che non sapeva che lei era suo ministro. Quel sottosegretario che oggi non è qui al suo fianco". Il sottosegretario a cui fa riferimento Marcucci è Armando Siri. Il senatore Franco Mirabelli su Facebook posta una foto dei banchi vuoti della Lega: "Discussione sulla mozione di sfiducia a Toninelli.
Neanche un leghista ci mette la faccia", scrive il vicepresidente del gruppo Pd al Senato. E l'ex grillino, il comandante De Falco annuncia il suo voto a favore della sfiducia: "Credo che Toninelli non abbia mostrato la capacità necessaria", spiega. E quando gli si chiede se anche senatori del M5S pensano che il ministro dei trasporti non sia all'altezza, risponde: "Credo di sì. Non perché me lo dicano loro ma perché si vede nei fatti". Ma il pronostico dell'ultimo minuto dice che Toninelli dovrebbe farcela a salvarsi, sennò sarebbe crisi di governo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero