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Famosi lo sono già. Ma non è detto che diventino pure tiktoker. Per il momento, si accontentano di esserci, tra gaffe e video bizzarri. Lontani dalla promozione a pieni voti ma anche dalla bocciatura. Anche gli ultimi politici, ancora fuori da TikTok, ieri hanno dovuto deporre le armi e cliccare sul tasto «Registrati». Per l’approdo nessuno ha rinunciato al suo stile. Primo fra tutti Silvio Berlusconi, seduto nel celebre studio da cui dispensa le sue pillole elettorali, pronto a dare il benvenuto nel suo profilo a tutti i giovani under 30. Senza risparmiare loro una buona dose di sarcasmo: «Soffro un po’ d’invidia ma mi faccio ugualmente tanti complimenti». Un esordio, con cui il leader di FI si è guadagnato il record di visualizzazioni, raggiungendo tre milioni di persone in poche ore. Sull’autoironia punta anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Che, tra le cariche, annovera anche quella di «esperto di first reaction shock» e «shish», «un linguaggio - ammette- più complesso del corsivo».
Mentre Giovani Toti veste i panni della guida nel tutor virtuale nel palazzo della Regione: «Il mio ufficio - recita la scritta in sovrimpressione - è sempre aperto a voi».
Sulla piattaforma di ByteDance, ieri è anche arrivato il Partito democratico. Niente umorismo e musica per i dem, che si giocano fin da subito l’asso nella manica dei diritti civili - popolarissimo su TikTok - con Alessandro Zan ad aprire le danze nel video.
Se è esagerato dire che TikTok sia arrivato a dettare l’agenda politica, di certo già da metà mattina ha conquistato un posto tra i top trend di Twitter e nel dibattito elettorale.
Con Matteo Salvini che ha accolto, a modo suo, i nuovi venuti: «Matteo Renzi, e il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, su TikTok da oggi? Benvenuti. Io ci sono da anni». E Matteo Orfini, che lancia l’appello opposto: «Ragazzi votatemi perché non userò TikTok nella campagna elettorale». E ancora, Alessia Morani convinta che «TikTok marchi ancora di più la distanza tra coloro che si candidano a governare il Paese e chi li osserva dagli schermi dei telefoni».
Il parere degli esperti
Tanto rumore per nulla.
Si era riproposto di farlo Berlusconi che ieri sera ha festeggiato l’approdo da record: «Vi ho detto che vi avrei intrattenuti su argomenti che possono riguardarvi su da vicino su TikTok, che avrei preferito chiamare Tik Tok Tak, ma ho pensato anche che per mantenere i rapporti con gli altri bisogna tendere alla massima cordialità. Uno degli strumenti per arrivare a farlo sono le barzellette, perché sono terapeutiche. Poi penseremo a parlare di programmi. Tik Tok Tak!». Ma c’è chi, come Matteo Cellerino che per Factanza, informa la Gen Z su TikTok, mette in guardia: «La nostra generazione si fonda sull’ironia, ma finita l’ondata di novità non è detto che questa rimanga la strategia vincente». Al contrario, secondo Cellerino, la scelta del profilo di partito, come per il Pd, con il tempo, «potrebbe garantire una maggiore legittimazione». Ai posteri, insomma, l’ardua sentenza.
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Il Messaggero