Taxi, licenze a termine anche per due anni. Freno al costo dei voli

Nel “decreto asset” le misure per aumentare le auto bianche. I Comuni potranno assegnare il 20% in più di concessioni fisse

Taxi, licenze a termine anche per due anni. Freno al costo dei voli
Stop al caro-prezzi dei voli aerei e via libera al piano per aumentare i taxi nelle grandi città. E poi regole per tutelare investimenti e asset strategici, fondi ai comuni...

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Stop al caro-prezzi dei voli aerei e via libera al piano per aumentare i taxi nelle grandi città. E poi regole per tutelare investimenti e asset strategici, fondi ai comuni in dissesto, aiuti a pescatori e agricoltori. A Palazzo Chigi l’ultimo sprint prima della pausa agostana è contenuto nel “decreto asset” che finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì. Un “decreto omnibus” perché dentro c’è davvero di tutto, dalle misure anti-rincari alla Cassa integrazione per gli ex dipendenti Alitalia. Ma anche una norma per tutelare i “maxi” investimenti esteri in Italia, quelli da un miliardo di euro in su, con la nomina di un commissario ad hoc. Un modo per attrarre i capitali della Silicon Valley, da Intel a Tesla di Elon Musk, dossier che la premier Giorgia Meloni segue da tempo dietro le quinte. E ancora, dal governo arriva un tetto ai prezzi impazziti dei voli aerei. Compagnie avvisate: sarà vietato superare il 200 per cento delle tariffe medie sul mercato. 

 

 

IL NODO TAXI

La notizia più attesa a Palazzo Chigi, però, è la quadra trovata per aumentare le licenze dei taxi in circolazione. Praticamente introvabili nei grandi centri, da Roma a Firenze e Milano, interessati da un’ondata anomala di turisti. Nuove concessioni, licenze temporanee, doppia guida e incentivi per acquistare auto green, elettriche o ibride. È la ricetta presentata dai ministri Adolfo Urso e Matteo Salvini alle categorie e all’Anci. Ora messa nero su bianco nella bozza del “decreto asset”. Per Meloni, che molto ha insistito in queste settimane per arrivare a dama, senza indugiare a lungo tra tavoli e videoconferenze, è un rompicapo in meno alla vigilia della pausa estiva. Ammesso che l’accordo trovi davvero l’assenso delle categorie, che Urso riceverà di nuovo a Palazzo Piacentini lunedì mattina. 

 

 

I dettagli, intanto. Si parte dai permessi temporanei, la norma-salvagente per far trovare pronte le grandi città italiane in vista di maxi-eventi come il Giubileo del 2025 o le Olimpiadi di Milano-Cortina l’anno dopo ma anche a boom stagionali di flussi turistici. Le licenze a tempo dureranno dodici mesi e saranno prorogabili una sola volta. Chi potrà ottenerle? Solo i tassisti già in possesso di una licenza, che però potranno scegliere di affidare il permesso a termine, anche a pagamento, a un altro autista. Quanto alle concessioni “stabili”, i Comuni potranno indire un concorso straordinario per aumentare fino al 20 per cento le nuove licenze. Addio alle file chilometriche di turisti e pendolari in attesa sotto sole, pioggia e intemperie. Questa almeno è la speranza. La lista di misure messe in campo contro il caos-taxi non finisce qui. Torna la “doppia guida”, ovvero la possibilità per i tassisti di garantire turni più lunghi alternandosi al volante con un sostituto, ovviamente previa autorizzazione del Comune. Una vecchia ricetta, in realtà, sperimentata con alterne fortune nelle grandi città italiane, a partire da Roma. 
Permessi a parte, il piano taxi del governo prevede di raddoppiare per i tassisti gli incentivi dell’Ecobonus per acquistare nuove auto ibride o elettriche. La stessa garanzia, gli incentivi green raddoppiati, è stata assicurata dal governo agli Ncc (Noleggio con conducente). Ieri mattina Urso ha ricevuto al ministero i rappresentanti delle categorie, piccati come prevedibile dall’aumento delle licenze taxi che Palazzo Chigi è pronto a bollinare. Un salvagente sarà dunque lanciato anche alle “auto nere”. 

 

 

I DUBBI DEI COMUNI

E i Comuni? Cosa pensano del piano taxi? Dall’Anci bocche cucite, «valuteremo più avanti» fanno sapere dall’associazione che riunisce le fasce tricolori italiane. A microfoni spenti, alcuni primi cittadini delle città più colpite dall’invasione di turisti spiegano che servirebbe una riforma “strutturale” del settore, e non solo emergenziale. Soprattutto per far fronte alle inadempienze del trasporto pubblico non di linea. In altre parole, chi controllerà che le regole siano rispettate? Turni orari, permessi temporanei e appaltati a terzi. Il nodo resta. Anche su questo si concentra l’indagine avviata dall’Antitrust per scovare e denunciare eventuali disservizi delle auto bianche italiane. 

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Il Messaggero