Un taglio lineare di deputati (da 630 a 400) e senatori (da 315 a 200), mantenendo quelli a vita. È ciò che prevede la riforma costituzionale approvata...
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In Aula Roberto Giachetti, pur votando a favore «per lealtà» ha annunciato che si farà promotore tra i colleghi di una richiesta di referendum, mentre Simone Baldelli (Fi) ha esortato la stessa maggioranza a promuoverlo per far pronunciare i cittadini.
IL TAGLIO: la riforma approvata oggi riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. L'istituto dei senatori a vita è conservato fissandone a cinque il loro numero massimo (finora cinque era il numero massimo che ciascun presidente poteva nominare). Ridotti anche gli eletti all'estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.
LE FUTURE RIFORME: il documento approvato lunedì dalla maggioranza prevede l'incardinamento a ottobre in Senato di tre riforme: equiparazione dell'elettorato attivo e passivo di Camera e Senato (18 e 25 anni); taglio del numero dei delegati regionali nell'elezione del Presidente della Repubblica; modifica del principio della base regionale per l'elezione del Senato, così da dare un'unica legge elettorale per le due Camere.
REGOLAMENTI: il taglio di deputati senatori rischia di paralizzare i lavori parlamentari, visto che sarà impossibile convocare le Bicamerali (Copasir, Vigilanza, ecc) in concomitanza con le commissioni permanenti di Camera e Senato. La modifica dei Regolamenti dei due rami del parlamento dovrà intervenire su questi aspetti e anche su alcuni quorum: ad esempio per formare i gruppi occorrono 20 deputati e 10 senatori, che andranno abbassati.
LEGGE ELETTORALE: il documento prevede l'impegno a «presentare» entro dicembre «un progetto di nuova legge elettorale per Camera e Senato al fine di garantire più efficacemente il pluralismo politico e territoriale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero