Stop a carne e cibi sintetici, multe fino a 60mila euro ai produttori

Il no dell’esecutivo colpisce, per esempio, la carne che si ottiene con sostituti vegetali

Stop a carne e cibi sintetici, multe fino a 60mila euro ai produttori
Li chiamano “fake food”, sono i cibi spesso a base vegetale che tentano di emulare quelli tradizionali, in grado di replicare gusto e consistenza. Il governo ha...

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Li chiamano “fake food”, sono i cibi spesso a base vegetale che tentano di emulare quelli tradizionali, in grado di replicare gusto e consistenza. Il governo ha imposto uno stop con un disegno di legge che ha avuto il via libera del Consiglio dei ministri, sancendo il divieto di produzione, vendita, commercializzazione, ovvero esportazione e importazione, con sanzioni molte rigide. «Sono cibi di pessima qualità. Tuteliamo la salute e l’ambiente. Se questo fenomeno dovesse riuscirsi ad imporsi sui mercati produrrebbe maggiore disoccupazione, ci sarebbe una ingiustizia sociale», ha detto il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. «Questa è una legge che pone l’Italia all’avanguardia», ha osservato. Sulla stessa lunghezza d’onda il responsabile della Salute Schillaci: «Ci basiamo sul principio di prevenzione e preserviamo il patrimonio agro-alimentare della nostra nazione. Noi siamo per la dieta mediterranea». Il provvedimento arriva sulla spinta di Coldiretti, che contro il cibo sintetico ha già raccolto più di 500mile firme, e che ieri sera ha manifestato davanti a palazzo Chigi. Un flash mob a cui, a sorpresa, ha voluto partecipare Giorgia Meloni in persona, uscendo dal suo ufficio in serata: «Non potevamo che festeggiare con i nostri agricoltori e il presidente di Coldiretti un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia, anche sul tema della difesa dei consumatori» ha detto il premier. «Noi siamo legati al fatto che ogni cittadino che mangi qui, che mangi nella patria dell’eccellenza possa avere le stesse opportunità di consumare del cibo del quale conosce esattamente la provenienza» ha detto ancora il premier, tra gli applausi dei manifestanti.

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LE NORME

Il no dell’esecutivo colpisce, per esempio, la carne che si ottiene con sostituti vegetali; no alla carne coltivata in laboratorio che si ottiene da clonazione delle cellule staminali estratte dagli animali. E, dunque, ha detto no al pesce sintetico e alle uova sintetiche. Negli Usa è stata approvata lo scorso novembre la vendita di cibo sintetico, cioè la diffusione sul mercato di prodotti creati in laboratorio con cellule staminali che vengono coltivate all’interno di appositi bioreattori. Gli operatori che violeranno le disposizioni saranno soggetti alla sanzione amministrativa pecuniaria «da un minimo di euro 10.000 fino ad un massimo di euro 60.000 ovvero fino al 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60.000, oltre alla confisca del prodotto illecito». Alt pure «a contributi, finanziamenti o agevolazioni o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea per lo svolgimento di attività imprenditoriali». Per chi non rispetta le regole ci sarà «la chiusura dello stabilimento di produzione per un periodo minimo da un anno e sino a tre anni». A vigilare saranno il ministero della salute, le Regioni, le aziende sanitarie locali, il comando carabinieri per la tutela della salute, attraverso i nuclei antisofisticazione territorialmente competenti, il comando Unità forestali. 

GLI ANTIBIOTICI

La posizione dell’esecutivo è netta, anche perché la ricerca e la sperimentazione degli alimenti sintetici è in «una fase embrionale, tale per cui non si è nelle condizioni, scientifiche soprattutto, di poter escludere che tali alimenti prodotti artificialmente, non abbiano delle conseguenze negative per la salute degli esseri umani». E non «ci sono evidenze scientifiche che dimostrino potenziali vantaggi per l’ambiente». Tra l’altro - si sottolinea nel ddl - le carni coltivate «possono richiedere l’uso di antibiotici per garantire ambienti di crescita sterili. I residui di antibiotici possono persistere nei prodotti e contribuire alla diffusione di agenti patogeni resistenti agli antibiotici».


«Ancora una volta il governo Meloni, approva un disegno di legge fortemente voluto dagli italiani tutelando un settore che eccelle nel mondo», commenta FdI con il capogruppo alla Camera Foti. «Ddl sacrosanto», sottolinea pure Centinaio della Lega. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero