Siri, altra inchiesta a Milano su acquisto palazzina. Salvini: «Mutuo? Reato di molti italiani»

Si potrebbe profilare una nuova tegola giudiziaria per il sottosegretario Armando Siri, in quota Lega, già sotto inchiesta a Roma per una presunta mazzetta da 30 mila...

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Si potrebbe profilare una nuova tegola giudiziaria per il sottosegretario Armando Siri, in quota Lega, già sotto inchiesta a Roma per una presunta mazzetta da 30 mila euro in cambio di un ritocco di una norma, poi non approvata, sui contributi per le imprese nel settore delle energie rinnovabili da inserire nel Def. La Procura di Milano, infatti, ha aperto un fascicolo conoscitivo, cioè senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda della compravendita di una palazzina a Bresso, comune ai bordi della Brianza, per la figlia, realizzata accendendo un mutuo di circa 600 mila euro presso la Banca Agricola Commerciale di San Marino. 


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Una vicenda alla quale la trasmissione Report dedica una puntata che andrà in onda questa sera e che la Banca d'Italia ha incasellato come operazione sospetta di riciclaggio e girato alla Guardia di Finanza che ha redatto un'informativa. E sono state proprio le Fiamme Gialle a consegnare pochi giorni fa la relazione dell'Uif, l'Unità di informazione finanziaria istituita in via Nazionale, sul tavolo del Procuratore Francesco Greco, che ha assicurato «massima collaborazione» con i colleghi della Capitale. Ad occuparsi del caso 'milanesè sarà il dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale che si occupa, oltre che di corruzione internazionale, anche di casi di riciclaggio o auto-riciclaggio. Un caso su cui è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini: «Possono aprire tutte le inchieste che vogliono, io sono assolutamente tranquillo. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo».

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Secondo le poche carte depositate alla magistratura e stando a quanto ricostruito da Report, lo scorso 31 gennaio Giulia Siri, figlia ventiquattrenne del senatore leghista ha acquistato un'intera palazzina residenziale a Bresso: sette appartamenti (di cui 5 affittati), cantine, un laboratorio e un negozio, al prezzo complessivo di 585 mila euro. Il denaro sarebbe stato messo a disposizione dal padre a titolo di liberalità e pertanto non soggetto all'imposta di donazione. Separatamente, però, la ragazza avrebbe sottoscritto una procura irrevocabile al padre a vendere l'immobile a se stesso o a terzi. Tuttavia, per pagare l'immobile, Siri, che ha già patteggiato per bancarotta, ha acceso un mutuo di 600 mila euro presso la banca sammarinese. Somma poi accreditata su un conto aperto presso una filiale della Banca Popolare di Sondrio dal notaio Paolo De Marinis, davanti al quale è avvenuto il rogito. È stato, poi, lo stesso professionista a segnalare all'ufficio competente di palazzo Koch l'operazione sospetta.

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«È stata un'operazione di finanziamento effettuata con un istituto bancario di San Marino che ha erogato regolare finanziamento, peraltro per un importo pari al prezzo dell'acquisto del bene», ha spiegato l'avvocato Fabio Pinelli, difensore di Siri, precisando che per questi fatti il suo assistito non è indagato. «Presumo che la questione sia da tempo all'attenzione delle Autorità sammarinesi preposte - ha spiegato la presidente di Banca centrale di San Marino Catia Tomasetti -. In ogni caso in presenza di una persona politicamente esposta, preciso che anche le banche sammarinesi sono tenute all'applicazione di misure rafforzate di adeguata verifica in linea con le disposizioni comunitarie in materia».

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Ora la parola, su questo capitolo del caso Siri, passa ai pm. Intanto a Roma, i difensori di Siri e dell'imprenditore Franco Arata hanno avuto un incontro oggi in Procura con i titolari del procedimento in cui si ipotizza il reato di corruzione. Un incontro nato dall'esigenza di fissare le date dei rispettivi interrogatori che si terranno a breve. In base a quanto si apprende toccherà prima ad Arata il confronto con gli inquirenti. Quindi sarà la volta di Siri, anche se al momento non è chiaro se il suo sarà un vero e proprio interrogatorio o renderà dichiarazioni spontanee ai pubblici ministeri.
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Il Messaggero