Siri, il ministro Costa: «Eolico, emendamenti sospetti. Così ho respinto il pressing della Lega»

Siri, il ministro Costa: «Eolico, emendamenti sospetti. Così ho respinto il pressing della Lega». «Arrivarono a suo tempo vari emendamenti, tutti...

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Siri, il ministro Costa: «Eolico, emendamenti sospetti. Così ho respinto il pressing della Lega». «Arrivarono a suo tempo vari emendamenti, tutti della Lega, su tariffe incentivanti per la manovra di bilancio. Tutti sull'eolico. Alla fine li abbiamo respinti, tecnicamente, con pareri motivati perché prevedevano incentivi per impianti in esercizio a carico della collettività e questo non è ammissibile. Li abbiamo tutti reputati non idonei tecnicamente assumendoci la responsabilità di bocciare emendamenti di maggioranza». La linea di Sergio Costa, ora ministro dell'Ambiente ma soprattutto con un curriculum di prim'ordine all'interno dell'Arma dei carabinieri, sarebbe quella di mandare avanti Luigi Di Maio nell'assalto quotidiano ad Armando Siri. Infatti cerca di starne alla larga il più possibile.


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LA STRATEGIA
Anche perché il ministro in questi giorni è alle prese con la vicenda Ilva e con altri dossier più che mai complicati. Ma allo stesso tempo Costa non può che ribadire alcuni concetti chiari: «Il sottosegretario della Lega dovrebbe farsi da parte - dice - per affrontare in maniera serena l'inchiesta». Si parla d'altronde di finanziamenti richiesti e mai ottenuti in un settore che il ministro ha conosciuto bene in entrambe le sue vite. Quella passata, di investigatore, e quell'attuale, di responsabile del dicastero dell'Ambiente. A suo modo è stato protagonista delle pressioni esercitate da Siri per far approvare una serie di norme pro-eolico. Ed è stato proprio Di Maio l'altro giorno a svelarlo pubblicamente. Ha detto infatti il leader M5S e vicepremier in tv:«Noi non sapevamo che Siri stesse presentando quelle proposte sull'eolico per - come dicono le indagini - aiutare alcuni ambienti ma grazie al ministro Costa, a me e ai parlamentari del Movimento, quelle proposte non sono passate perché erano delle sanatorie. Questa cosa l'abbiamo fatte inconsapevolmente perché nel merito politico non eravamo d'accordo».

LA CONFERMA
Una ricostruzione che Costa sottolinea anche con Il Messaggero: «Non so ora su due piedi quale fu il numero preciso, ma arrivarono numerosi emendamenti da parte della Lega e tutti in questo senso per vari tipi di impianti delle rinnovabili ma tutti con la richiesta di incentivi che alla fine abbiamo bloccato». Un pressing, appunto, andato a vuoto. Ma proprio in queste ore, al ministero dell'Ambiente assistono anche a « un altro tentativo di mistificare la realtà». Ovvero, come spiegato prima dai vertici del Carroccio e poi direttamente da Matteo Salvini, «nel programma elettorale dei Cinque Stelle, esattamente nel capitolo Fonti rinnovabili, si chiede una marcata crescita del settore eolico e di quello idroelettrico».


E su questo fronte la risposta di chi gestisce il dossier dal fronte M5S è netta: una cosa è lo sviluppo di queste fonti di energia alternativa, un'altra invece è fare in modo che attraverso manovre di palazzo si facciano gli interessi di piccoli gruppi di poteri. Davanti alla richiesta di ulteriori spiegazioni proprio sul caso Siri dal ministero di Costa sventolano un documento: si tratta dell'emendamento 1.2861 presentato dal capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo sulle «tariffe incentivanti». E questa fu appunto la risposta che ricorda bene Costa: «Ci fu l'orientamento tecnico contrario perché si sarebbe registrato un impatto negativo sulle bollette per riconoscere un vantaggio ad impianti comunque già entrati in esercizio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero