La Sindrome di Alienazione Parentale non esiste, la Cassazione blocca la deriva di tanti tribunali

La Sindrome di Alienazione Parentale non esiste, la Cassazione blocca la deriva di tanti tribunali
La Sindome di alienazione parentale equivale al mobbing. Proprio mentre Laura Massaro è arrivata al sesto giorno di sciopero della fame per chiedere alla ministra Cartabia...

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La Sindome di alienazione parentale equivale al mobbing. Proprio mentre Laura Massaro è arrivata al sesto giorno di sciopero della fame per chiedere alla ministra Cartabia di disporre una ispezione al Tribunale dei Minori di Roma, la sottosegretaria all'Economia, Maria Cecilia Guerra, scende in campo per commentare con favore la decisione della Cassazione in merito ad una terribile vicenda di allontanamento di una bambina dalla propria mamma in base alla cosiddetta PAS, acronimo che significa sindrome di alienazione parentale. 

«L’ordinanza 13217 della Cassazione, depositata il 17 maggio, è una buona notizia per madri, bambini e per tutti coloro che credono nel giusto processo e in un sistema giuridico rispettoso dei diritti fondamentali» afferma  Maria Cecilia Guerra. 

In pratica i  giudici hanno riconosciuto l’infondatezza di una teoria «molto contestata dalla comunità scientifica e che però viene troppo spesso usata nei tribunali contro donne e bambini, soprattutto nei casi di violenza domestica».

L’alienazione parentale attribuisce aprioristicamente al genitore collocatario, nella maggior parte dei casi la madre, la responsabilità del rifiuto di un minore a incontrare e frequentare l’altro genitore. «Nel caso specifico – si legge nell’ordinanza -  la Corte d’Appello di Venezia aveva stabilito un super-affido della bambina al padre esclusivamente sul rilievo che la condotta materna in quanto conflittuale con i Ctu e con l’ex partner sarebbe stata finalizzata all’estraneazione della minore dal padre, ovvero ad allontanarla da quest’ultimo». 

 

La Cassazione ha censurato questa decisione sia nel merito che nel metodo: per le modalità di affidamento – ha obiettato la Corte – il giudice deve sempre accertare la veridicità dei fatti contestati che compromettono l’idoneità genitoriale ma anche verificare il fondamento sul piano scientifico di una consulenza che presenti devianze dalla scienza medica ufficiale e che risulti, sullo stesso piano della validità scientifica, oggetto di plurime critiche e perplessità da parte del mondo accademico internazionale.  

Per questo secondo Guerra l’auspicio è che su questo tema si consolidi una giurisprudenza sempre più rispettose delle garanzie e della tutela dei bambini vere vittime di allontanamenti immotivati..

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Il Messaggero