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Il governo rilancia sulla sicurezza sul lavoro. In attesa dell’entrata in vigore della cosiddetta “patente di sicurezza” a partire dal primo ottobre, il ministero è infatti pronto ad estendere il meccanismo oltre i cantieri edili per cui è stato originariamente concepito.
Il piano
A dettare la linea, in un emendamento al Dl Pnrr ieri al vaglio commissione Bilancio della Camera ma momentaneamente accantonato per ulteriori verifiche (una nuova riunione si terrà in mattinata dopo un passaggio con il Mef), è la ministra Marina Elvira Calderone.
L'impatto
L’apertura a nuovi settori però, come ha spiegato Calderone nel corso del suo intervento, non deve far pensare ad un’iniziale avvio al “ribasso” concepito dall’esecutivo. «Non è che parliamo di un settore (l’edilizia ndr) che ha poche imprese ne ha circa 2 milioni iscritte alle Camere di commercio, e anzi, proprio il settore dell'edilizia, anche per gli effetti del “superbonus”, ha avuto una crescita esponenziale, soprattutto in avanti». E quindi «Il governo non ha fatto alcun passo indietro sul pacchetto sicurezza sul lavoro e patente a crediti, ma tre passi in avanti» ha continuato.
D’altro canto la commissione Bilancio di Montecitorio dovrebbe concludere l'esame del Dl Pnrr questa mattina, puntando ad assegnare il mandato ai relatori a riferire in Aula entro le 13. La Camera avvierà quindi la discussione generale sul provvedimento lunedì mattina e nel primo pomeriggio verrà posta, secondo quanto si apprende, la questione di fiducia. Il via libera per il Senato è previsto il mercoledì successivo, in vista della termine per la conversione in legge fissato al primo maggio.
I punti
I punti rimasti da dirimere riguardano soprattutto i crediti da scalare ad imprese e lavoratori autonomi dal monte di 30 di cui ognuno dispone (con soli 15 non si può accedere a contratti pubblici). Secondo l’opposizione alcuni di questi sarebbero troppo «blandi» e, quindi, andrebbero riformulati. Ad esempio si chiede un intervento più marcato nei casi in cui vi sia una «malattia professionale derivante dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni». Secondo la bozza visionata dal Messaggero la proposta di partenza era di 10 punti, ma si potrebbe ora arrivare a 15. Così come potrebbero essere innalzati dagli 8 attuali i crediti in caso d’infortunio che causa un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale. Idem per i vari casi di «mancata valutazione dei rischi» (biologici, derivanti dal ritrovamento di ordigni bellici, di annegamento, per lavori sotterranei o l’impiego di esplosivo).
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