Sgarbi, insulti e sessismo al Maxxi di Roma: dipendenti in rivolta. Sangiuliano: io contro le volgarità

Al termine della serata alcuni membri del personale hanno scritto al presidente Giuli una lettera riservata per chiedergli di tutelare la dignità del museo delle arti del XXI secolo

«Con rammarico sentiamo di rappresentarle il nostro dispiacere per i contenuti degli interventi del sottosegretario Sgarbi che in nessun modo collimano con i valori che da...

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«Con rammarico sentiamo di rappresentarle il nostro dispiacere per i contenuti degli interventi del sottosegretario Sgarbi che in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione». La serata sarebbe dovuta essere l’occasione per un divertente faccia a faccia tra Morgan e Vittorio Sgarbi sui rispettivi gusti e passioni. Tra parole e note suonate al pianoforte, il confronto si è tenuto lo scorso 21 giugno con l’intento di pubblicizzare la stagione estiva del Maxxi (guidato da Alessandro Giuli). Obiettivo centrato a metà dato che l’ampia risonanza della vicenda è arrivata da una lettera di proteste dei dipendenti del museo e dalla richiesta del Pd al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di riferire in Parlamento. 

A scatenare le polemiche, appunto, sono state le parole del sottosegretario al ministero della Cultura, finito sotto accusa per le (molte) volgarità con cui ha condito i suoi interventi e per l’ampio uso di concetti sessisti. Stuzzicato dalle domande del cantautore, il 71enne ha ad esempio cominciato a parlare della sua vita sessuale e del numero di donne conquistate. «Houellebecq dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il c....». E ancora: «Il c... è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire». 

LE ACCUSE
Fra una telefonata da un numero sconosciuto («Chi c.... sei? Cornuto») e l’elenco dei record internazionali di conquiste femminili (in testa Warren Beatty, con 12.500, fino Kennedy con mille), Sgarbi è passato all’Italia e a se stesso: «Gli osservatori dell’Osce, nel momento in cui ero attivo, valutavano anche 9 al mese». Spazio anche a un aneddoto su Berlusconi, che gli avrebbe rivelato di aver avuto meno di 100 donne, «una tragedia». «Io però - ha precisato Sgarbi - ho fatto una ricerca, e sembra che il campione del mondo sia un altro statista insigne che non ha avuto inchieste, Fidel Castro: 35mila. Viva il comunismo». 

Un’escalation che ha guadagnato visibilità solo negli ultimi giorni grazie ai tanti video presenti sui social e proprio la lettera dei dipendenti. La missiva riservata infatti, secondo le ricostruzioni della stampa, non sarebbe stata particolarmente apprezzata dal direttore Giuli che ha convocato uno ad uno i firmatari per farlo presente. «Ancora più grave è la reazione di Giuli - dichiarano i componenti dem delle commissioni Cultura di Camera e Senato - ha pensato bene di usare toni intimidatori nel corso di incontri singoli che si sono svolti nel corso di una giornata. Chiediamo al ministro Sangiuliano di venire a riferire in Aula». Circostanza che però, con una nota, ieri i lavoratori stessi hanno smentito esprimendo «la propria solidarietà al presidente per la strumentalizzazione mediatica». 

Il ministro invece, interpellato dal Messaggero, spiega: «Non conosco la vicenda, devo documentarmi, in ogni caso chi mi conosce sa quanto sia rispettoso delle donne, dei luoghi della cultura e quanto disdegni ogni forma di volgarità. Ma non conosco i fatti». Pronta anche la risposta anche di Sgarbi che ieri sera ha rilanciato parlando di «censura intollerabile» e “scagionando” poi Giuli stesso: «non c’entra nulla, sono responsabile di quello che ho detto e l’ho detto in totale libertà». Per chiudere infine, con «È libertà di parlare. Allora censuriamo Petrolio di Pasolini, Houellebecq, Dieci ragazze per me di Battisti, Mozart o chiediamo a Manzoni di ritirare Merda d’artista, uno dei capolavori del ‘900?» 

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Il Messaggero