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Generale Vannacci, libreria espone cartello: «Non chiedeteci il suo libro, non lo abbiamo»
Poco prima di alzare il telefono e chiamare il generale. «Telefonata molto cordiale», spiegano dall’entourage del “Capitano”, a scanso di equivoci. Vannacci ringrazia: «Mi fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato». Riecco Salvini, in diretta: «Il generale Vannacci è stato additato come un pericolo. Ma io me lo comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto conoscere e capire». È un fiume in piena. Si aggiunge a una lunga schiera del centrodestra la voce del vicepremier a difesa dell’alto militare finito sotto procedimento disciplinare per il libro auto-pubblicato, senza chiedere ai vertici il permesso, e le opinioni tranchant espresse al suo interno.
LE REAZIONI
Parole che pesano come un macigno. E riaccendono un caso che divide e fa discutere, anche in maggioranza. Con Guido Crosetto, il ministro della Difesa che ha definito “farneticanti” le opinioni del generale e chiesto un procedimento disciplinare, si schiera soprattutto il vicepremier Antonio Tajani, «bisogna essere prudenti quando si occupano incarichi di grande responsabilità» dice il numero uno di Forza Italia. Lui, Crosetto, non nasconde ai suoi un po’ di amarezza. È convinto di aver «agito a difesa delle istituzioni», il ministro di Fratelli d’Italia, il partito che ha co-fondato e da cui si sarebbe aspettato più sostegno. «Ma no che non lascio né mi dimetto», confessa col sorriso a chi gli chiede preoccupato le sue prossime mosse. Né sembra disturbato, il veterano di FdI, di come la “destra-destra” si sta mobilitando a difesa di Vannacci. Sulle chat di ex parlamentari di Alleanza nazionale e della galassia movimentista nata intorno alla Fiamma, da Gianni Alemanno in poi, fioccano iniziative, “conferenze”, perfino proposte politiche cucite su misura intorno al generale (che per ora ha rifiutato una candidatura alle suppletive di Monza offerta da Forza Nuova). Chissà che Salvini non riesca a pescare consensi anche in questi laghi, ora che si è intestato la battaglia. Del resto le europee si avvicinano e fra nove mesi ogni voto andrà contato. Anche fra alleati. «Tutto questo non mi interessa», taglia corto Crosetto confessandosi con i suoi. «Io attenderò in riva al fiume...». Con Meloni il consigliere di lunga data dice di «non essersi sentito» in queste ore. E un po’ tutti si chiedono cosa pensi, la premier rifugiata per le vacanze in una masseria pugliese. Difficile dirlo. Si sa che del caso Vannacci ha parlato a lungo con Salvini, in «un clima cordiale», un vis-a-vis nel resort domenica pomeriggio. E nel suo cerchio c’è chi ora giudica «troppo impulsiva» la dura condanna via twitter di Crosetto contro il libro di Vannacci. Sfumature interne, forse qualcosa di più. Il tempo dirà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero