Il Viminale toglie la scorta al giornalista Sandro Ruotolo, minacciato dalla Camorra per le sue inchieste. La notizia, diffusa dall'ex Guardasigilli Andrea Orlando, ha avuto...
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Di qui l'interrogazione parlamentare che Orlando ha anticipato di voler presentare, analogamente a quanto preannunciato da Pietro Grasso. L'ex presidente del Senato ha sottolineato come le minacce del clan dei casalesi a Ruotolo «non hanno scadenza» e quindi il giornalista è in pericolo: concetto evidenziato anche da Roberto Saviano, da Giuseppe Antoci, sfuggito ad un agguato nel 2016, e dal testimone di Giustizia Luigi Coppola. La Fnsi, il sindacato dei giornalisti, si è rivolto al premier Giuseppe Conte, chiedendo di rivedere la decisione: «Levargli la scorta sarebbe una scelta incomprensibile, pericolosa e lo metterebbe in condizione di non poter più proseguire nell'impegno di questi anni».
Amaro il commento di un'altra giornalista minacciata dalla mafia di Ostia, Federica Angeli: «Che lo Stato, questo Stato in particolare, possa scaricare chi lotta contro la mafia davvero non mi stupisce. Oggi tocca a Ruotolo, domani a un altro di noi cronisti». Anche altri partiti di opposizione hanno protestato per la decisione del Ministero dell'Interno: Erasmo Palazzotto (Leu), Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, e Beatrice Brignone (Possibile) hanno chiesto al Viminale di tornare indietro. Ma è M5s, a cominciare dal presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra: «Si devono proteggere i giornalisti esposti. Sandro è uno di questi. Nel rispetto del lavoro delle istituzioni preposte, io sto con Sandro». E dopo Morra diversi altri parlamentari pentastelalti hanno fatto sentire la loro voce, da Vittoria Baldino a Stefania Ascari, fino alla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero