Manovra, Prodi: «Deficit a 2,4% una provocazione: previsioni sulla crescita non realistiche»

Manovra, Prodi: «Deficit a 2,4% una provocazione: previsioni sulla crescita non realistiche»
«Io ho dato l'esempio, dando vita a una grande coalizione dei riformisti. E da lì che si deve ripartire. Da un lato il democristiano Weber che tiene insieme...

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«Io ho dato l'esempio, dando vita a una grande coalizione dei riformisti. E da lì che si deve ripartire. Da un lato il democristiano Weber che tiene insieme un'area di destra, dall'altro serve una coalizione tra socialisti, liberali e Verdi». Lo afferma l'ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, intervenendo sul futuro dell'Europa, su «Mezz'ora in più», su Rai 3. «Si sente dire che non c'è differenza tra destra e sinistra...Ma siamo matti? La differenza - aggiunge - c'è, eccome. La ripresa dei democratici nell'Europa dell'Est viene dal fatto che là hanno governato per un po' i populisti. E ora stanno cambiando idea».


«Il mio mestiere è fare il predicatore, incidere sulla vita politica è compito dei protagonisti: uno sta o dentro o fuori, non si sta sull'uscio», continua Prodi risponde all'Annunziata alla domanda se avesse intenzione di tornare in politica. «Adesso sono cattivo: vedo che si sanno i nomi delle primarie Pd ma non i loro programmi. E questo per me è un problema gravissimo. Bisogna dire quello che uno vuole, che Paese e che partito si ha in testa. Mi attendo che finalmente si cominci a presentare le differenze che non sono di personalità ma di contenuto». E sul fatto che vada o meno a votare alle primarie, l'ex premier è stato invece vago: «Francamente non ho ancora deciso».

E sula manovra dice: «Gli scogli si possono evitare col buon senso», ma «credo che fino alle elezioni europee nessuna decisione di carattere definitivo verrà presa, intanto però l'economia ne risentirà. La cosa che mi colpito di più - spiega - da un lato lo spread, ma anche il mancato acquisto dei Btp. Se c'è tensione tra due coniugi è difficile mettere pace, ma attenzione che, oltre all'Italia e all'Europa, il vero protagonista è il mercato».

Per Prodi quel che occorre è «un po' di serenità e di saggezza», dunque «meno insulti e più prevedibilità», se c'è «chi dice una cosa e chi un'altra.... mettiamoci nei panni di chi deve investire: occorre coerenza per evitare incidenti». Sul rapporto deficit/Pil «il 2% poteva essere un punto d'incontro che andava bene anche all'Italia», mentre il 2.4%, a detta di Prodi, suona come «una provocazione, soprattutto perché accompagnato da previsioni non realistiche» sulla crescita e da misure in manovra «che non ne produrranno». Ad arginare la procedura d'infrazione «faremmo ancora in tempo», adottando «strumenti di sviluppo».
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Il Messaggero