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«Il vaccino ha bisogno ancora di diverse settimane per diventare prevalente nel nostro Paese, nel senso che abbiamo superato 38,5 milioni di dosi somministrate ma siamo 60 milioni di abitanti e molte di queste sono state in doppia dose». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella trasmissione di Martedì de La7. «Stiamo correndo - ha aggiunto - ma abbiamo bisogno di svariate settimane per arrivare a un numero sufficiente che ci consentirà davvero di aprire una nuova fase, la strada è quella giusta».
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Su Salvini
«Salvini con me paradossalmente era più sereno quando era all'opposizione che ora che è al governo. Penso però che in questo momento di epidemia non dobbiamo guardare le differenze politiche, poi arriverà presto un giorno in cui saremo contrapposti. Io e Salvini siamo al 100% da due parti diverse, in questo momento io faccio il ministro della Salute di un governo che deve piegare questa curva e vincere la sfida contro il virus».
«Per me - ha aggiunto - c'è una sola bandiera, che è quella del tricolore del nostro Paese. Mi batto 24 ore al giorno. Poi presto arriveranno tempi diversi, in cui io rappresenterò il punto di vista di sinistra, e Salvini rappresenterà il punto di vista della destra, con il suo sistema di relazioni. Tra di noi c'è una differenza enorme, ma per me oggi c'è il Paese e l'obiettivo di portare il Paese fuori dall'epidemia».
Vaccino Astrazeneca
Ci sono dei rarissimi casi che sono stati riscontrati di natura avversa e li stiamo continuando a studiare, ma non può essere messo in discussione un effetto che è positivo»: ha detto il ministro rispondendo a una domanda sui casi si reazioni avverse riscontrati in giovani dopo la somministrazione del vaccino di AstraZeneca. «Abbiamo la certezza che il vaccino funzioni e che sia efficace e sicuro. Ho molta fiducia nell'Ema e nell'Aifa, che sono le due agenzie di riferimento», ha detto ancora il ministro. «Il messaggio di fondo - ha detto ancora - è che i vaccini sono e restano l'arma fondamentale che abbiamo per chiudere questa stagione così drammatica».
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