Consiglio europeo, lotta varianti e caccia ai vaccini sul tavolo dei 27

Consiglio europeo, lotta varianti e caccia ai vaccini sul tavolo dei 27
ROMA Doppio Consiglio Europeo, in videoconferenza, domani e dopodomani, in vista del vertice fisico che si terrà a Bruxelles a fine marzo. I capi di Stato e di governo si...

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ROMA Doppio Consiglio Europeo, in videoconferenza, domani e dopodomani, in vista del vertice fisico che si terrà a Bruxelles a fine marzo. I capi di Stato e di governo si riuniranno on line domani pomeriggio, a partire dalle 15, per parlare anzitutto della situazione epidemiologica e delle forniture di vaccini contro la Covid-19, che continuano a scarseggiare, anche perché produrre vaccini su scala industriale non è semplice. Venerdì mattina, invece, i capi di Stato e di governo si ritroveranno, sempre in videoconferenza, insieme al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per parlare di difesa e di vicinato meridionale. Quello di domani sarà l'esordio, sia pure virtuale, del presidente del Consiglio Mario Draghi in una riunione del Consiglio Europeo. Esordio si fa per dire: da presidente della Bce Draghi ha partecipato molte volte alle riunioni dei leader. Domani per la prima volta lo farà in qualità di premier. L'ex banchiere centrale «è una personalità che conosciamo bene e che il presidente Emmanuel Macron apprezza molto», confermano fonti dell'Eliseo. «Ne apprezziamo la capacità di assemblare una maggioranza molto larga», cosa che ne fa un fattore di «stabilità per l'Italia», il che a sua volta contribuisce alla «stabilità dell'Europa». Per la Francia, pertanto, «è molto importante averlo come partner».

Al centro dei lavori nella giornata di domani, ha spiegato un alto funzionario Ue, saranno diversi temi, a partire dalle vaccinazioni, che in Europa continuano ad andare a passo di lumaca rispetto ad altri Paesi, anche per problemi di approvvigionamento (non solo, ci sono anche inefficienze nei piani vaccinali). Su questo tema cinque capi di Stato e di governo, tra cui lo spagnolo Pedro Sanchez e il polacco Mateusz Morawiecki, hanno mandato una lettera a Charles Michel sottolineando che l'Europa «non si può permettere» di perdere la battaglia della produzione dei vaccini anti Covid sul suo territorio, che è a tutt'oggi il tallone d'Achille della strategia Ue sui vaccini. L'Europa deve rendersi autosufficiente in questo campo il prima possibile, sottolineano i cinque leader. Non solo per vaccinare gli europei, ma anche per fornire vaccini ai Paesi partner, che non possono essere abbandonati, come sono ora, alla 'diplomazia vaccinalè della Russia e della Cina. La Serbia, un Paese candidato all'adesione all'Ue ha già superato parecchi, se non tutti, i Paesi europei, vaccinando la popolazione usando sieri russi, cinesi e anche di Pfizer-BioNTech

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Il Messaggero