Regionali Abruzzo, Rampelli (FdI): «Mai pensato che potessimo perdere, le prossime regionali saranno più facili»

Il vicepresidente della Camera: «Una vittoria anche di Colle Oppio. da Pd e M5S campagna violenta»

Regionali Abruzzo, Rampelli (FdI): «Mai pensato che potessimo perdere, le prossime regionali saranno più facili»
Euforico è dire poco. Fabio Rampelli ci ha sempre creduto, al Marsilio-bis. Conosce da una vita il governatore abruzzese, colonna della vecchia guarda di Fratelli...

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Euforico è dire poco. Fabio Rampelli ci ha sempre creduto, al Marsilio-bis. Conosce da una vita il governatore abruzzese, colonna della vecchia guarda di Fratelli d’Italia cresciuta a Colle Oppio, fucina politica di cui lui, vicepresidente della Camera, è il padre fondatore. Da dove viene la stessa premier Giorgia Meloni.

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Pericolo scampato?
«Non abbiamo mai temuto la sconfitta, Marsilio ha fatto in 5 anni un lavoro gigantesco di cui si vedranno ancora meglio i risultati in questo mandato». 


L’onda sarda del campo largo si è infranta in Abruzzo?
«Gli elettori sanno che non c’è collante tra Calenda, Renzi, Pd e M5S. Oltretutto per non farlo capire hanno trovato in una campagna violenta il comune denominatore, insultando dal palcoscenico romano il governatore abruzzese da 5 generazioni, accusandolo di essere romano. Un clamoroso autogol».


C’è un risvolto nazionale del voto?
«La vittoria di Marsilio unisce una Regione forte a un governo nazionale forte, con una classe dirigente di FDI altrettanto forte. Questa è la prospettiva verso la quale si deve procedere. Somma di forze».


Una vittoria anche di Colle Oppio?
«Colle Oppio è stata ed è una scuola di formazione da cui sono nate buona parte delle personalità oggi ai vertici delle istituzioni. Una scuola che tiene insieme preparazione culturale e amministrativa con tensione morale. Ha vinto anche Colle Oppio, sì».


In Basilicata non sarà facile replicare.
«Adesso è più facile anche in Basilicata. Questo risultato dà un nuovo slancio al centrodestra».


E gli equilibri interni? Temete che la Lega in calo possa creare fibrillazioni?
«No, il centrodestra è una grande famiglia. C’è stata la fase in cui è stata condotta da Forza Italia, una fase in cui a guidare è stata la Lega e ora tocca alla destra. Quello che ci rende vincenti è l’unità sui valori fondamentali».


Alle Europee qual è l’obiettivo minimo di FdI?
«Superare il dato delle elezioni politiche, ma puntiamo al massimo obiettivo: creare una coalizione di centrodestra in Europa, sul modello italiano, per dare all’Ue un’anima».


Spera che Meloni si candidi?
«Sì, perché è una leader europea e può fare la differenza anche al di fuori dei confini nazionali».


Al Congresso di Roma andrete alla conta interna?


«Lavoriamo per giungere a un accordo unitario, tra gruppi che sono legati alla dinamica elettorale locale e che nulla azzeccano con questioni nazionali. Vedremo se i probabili candidati saranno disponibili a fare qualche passo di lato».
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Il Messaggero