Referendum bocciato per «eccesso di manipolazione»: ecco cosa significa

Bocciato per eccesso di manipolazione. La Corte Costituzionale ha spiegato così la decisione di respingere il referendum sull'attuale legge elettorale proposto da otto...

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Bocciato per eccesso di manipolazione. La Corte Costituzionale ha spiegato così la decisione di respingere il referendum sull'attuale legge elettorale proposto da otto regioni e fortemente voluto dalla Lega. Il referendum proponeva l'abolizione della parte proporzionale della legge e dunque l'elezione dei parlamentari solo sulla base di collegi maggioritari uninominali (vince il candidato più votato), come accade in Gran Bretagna. Per capire cos'è l' "eccesso di manipolazione" occorre fare un passo indietro e piantare due paletti.


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Primo paletto. La Corte Costituzionale si è occupata spesso di leggi elettorali e ha fissato un criterio chiaro per le sue decisioni: gli italiani non possono essere privati del diritto di voto neanche per un giorno. In altre parole: le norme che sopravvivono ad un referendum devono lasciare la possibilità agli elettori di andare a votare anche subito. Questo criterio non era rispettato all'evidenza dal referendum proposto dalla Lega perché avessero vinto i "sì" all'abolizione del proporzionale  dal giorno dopo non ci sarebbero stati i collegi nei quali votare.

Secondo paletto. Oggi in Italia abbiamo 232 collegi per la Camera e 116 per il Senato. Col solo maggioritario ce ne sarebbero voluti 630 per la Camera e 315 per il Senato andando a votare subito oppure 400 per Montecitorio e 200 per Palazzo Madama andando a votare dopo l'entrata in vigore della legge sul taglio dei aprlmanetari (che attende a sua volta lo svolgimento di un referendum). Gli avvocati della Lega erano così coscienti del problema che hanno provato ad "aggirarlo" sostenendo che si poteva ovviare all'inconveniente usando una delega assegnata dal Parlamento al governo per il ridisegno dei collegi. Questa delega era però contenuta nella legge che ha ridotto i deputati da 600 a 400 e i senatori da 315 a 200. Di qui l'eccesso di "manipolazione". Nel senso che usare una delega di una legge per validare un referendum che avrebbe cambiato un'altra legge deve essere sembrata ai giudici della Corte un'operazione troppo ardita sul piano giuridico.

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Il Messaggero