Un tweet di Maria Elena Boschi scatena la polemica sul web. E anche il grillino Alessandro Di Battista va all'attacco dell'ex ministro. «Dice Di Maio che col...
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Subito è partita una valanga di repliche critiche, a partire dal gruppo diventato famoso proprio con la canzone citata da Boschi. «Noi, cara meb (il nome dell'acount twitter di Boschi, ndr), preferiamo la piena automazione o un reddito di cittadinanza vero, non l'ennesimo sussidio di disoccupazione. Venite a cena con noi invece che con i leghisti per parlare di cose realmente di sinistra».
Anche l'account satirico Le frasi di Osho ha risposto all'esponente del Pd: «Manco na cena da 6000 euro ce se riesce a pagà... Ma che miseria è?», ha scritto con un polemico riferimento alla cena organizzata dalla giornalista Annalisa Chirico a cui ha partecipato Boschi l'altra sera insieme al vice premier Matteo Salvini e altri politici, magistrati e imprenditori. «Questo disprezzo è tanto significativo e lo dice un oppositore dei 5Stelle - ha replicato sempre su Twitter lo scrittore Giuseppe Genna -. È con questo atteggiamento sprezzante, a battutine che non fanno ridere nessuno - è così che avete reso astratto il maggiore partito che era progressista e che con voi si è trasformato in ubris liberista». «La battuta della Boschi è seriamente candidata a: "manifesto della destra liberista". Demonizzare e dileggiare gli ultimi, bollandoli tutti come scrocconi, questa è una cosa che non potrò mai accettare, neanche per criticare una misura ampiamente criticabile», afferma Davide Sartori.
Su Facebook invece Di Battista ha postato uno screenshot del tweet di Boschi e ha scritto: «L'atteggiamento radical chic rappresenta la loro morte politica. Partecipano alle cene da 6.000 euro a tavolo e scrivono queste stupidaggini trattando le persone che vivono in povertà come semplici fancazzisti. Gli italiani - attacca l'esponente M5S - ormai li odiano e neppure se ne rendono conto. Continuano imperterriti nella strada dell'arroganza. Si guardano l'ombelico, al massimo lo sguardo lo rivolgono solo verso l'ultima borsa di Hermes acquistata "per far girare l'economia" e appesa nell'armadio in mezzo alla naftalina. Ma la verità è che sotto naftalina ormai ci sono loro. Conserviamoli per i posteri. Affinché i futuri uomini politici sappiano come non diventare mai».
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Il Messaggero