Rai, nominati i direttori di rete: De Santis a Rai1, Freccero a Rai2, a Rai3 confermato Coletta

Rai, nominati i direttori di rete: De Santis a Rai1, Freccero a Rai2, a Rai3 confermato Coletta
Il Cda della Rai ha completato le nomine dei direttori delle reti Rai. Teresa De Santis a Rai1, Carlo Freccero a Rai2 e la conferma di Stefano Coletta a Rai3. E fioccano i boatos...

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Il Cda della Rai ha completato le nomine dei direttori delle reti Rai. Teresa De Santis a Rai1, Carlo Freccero a Rai2 e la conferma di Stefano Coletta a Rai3. E fioccano i boatos e le malignità come questa: in realtà, dice il tam tam in certi corridoi di Viale Mazzini, la direzione De Santis potrebbe essere una co-direzione condivisa con Casimiro Lieto visto il legame esistente tra i due.


Il Cda ha anche approvato le indicazioni di nomina di Auro Bulbarelli alla guida di Raisport e di Antonio Preziosi alla direzione di Rai Parlamento. "Si tratta ancora una volta di scelte tese alla valorizzazione di eccellenti professionisti con una lunga storia aziendale, con le quali rafforzare la leadership televisiva del Servizio pubblico e renderla ancor più autorevole ed universale: questo il commento dell'ad Fabrizio Salini.

Quanto alle polemiche, c'è quella di Michele Anzaldi (Pd) sull'attuale capo dell'Ufficio Affari Legali di Viale Mazzini, Pierpaolo Cotone. Sta per diventare capo di staff del presidente Foa. Accusa Anzaldi: "Non  soltanto questa nomina aggira illegittimamente la legge  Madia, essendo Cotone abbondantemente in età di pensione, ma è anche la dimostrazione che dietro l'illegittima nomina di Foa c'è stato un piano preordinato studiato nei minimi particolari proprio dentro la Rai". "Si scopre ora - prosegue il parlamentare dem il quale si rivolgerà anche all'Anac di Cantone - che Cotone è l'autore del parere legale attraverso cui la Rai ha costruito il castello di carte per rivotare Foa, dopo la bocciatura in Vigilanza".


Le acque della Rai giallo-verde dunque sono piuttosto mosse. Ma arrivano endorsement che contano. Come quello di uno dei volti televisivo più  pop, Giancarlo Magalli, ormai in versione sovranista. "Salvini è un razzista? Macché, assicura Magalli: "Semmai è un protezionista. Preferisce non far arrivare gli stranieri non perché li odia, ma perché sono persone che spesso portano violenza, delinquenza e disordine”. “Il fatto che ogni volta che Salvini ne dice una, anche più grossa di quella prima, aumenta i voti, vuol dire che non parla proprio nel vuoto… Forse esprime cose che la gente condivide”. I giallo-verdi al governare hanno sempre detto che va cambiata la narrazione del Paese. E i nuovi narratori si fanno avanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero