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Dalla pluralità d'informazione, alla parità di genere e il giornalismo d'inchiesta. Le novità emerse dall'audizione in commissione Vigilanza Rai, a rispondere alle domande sono stati l'amministratore delegato Rai Roberto Sergio e il Direttore Generale Gianpaolo Rossi. Molte le questioni aperte, a partire dall'andamento della gestione del 2023 che si è chiuso con un risultato positivo, consolidato in pareggio. «Alla data di maggio», ha affermato Sergio, «quando ci siamo insediati, l'indebitamento finanziario netto del gruppo era previsto a fine anno in 650 milioni di euro. Chiuderemo invece il 2023 a 560 milioni, risultato raggiunto grazie ad interventi gestionali e alla crescita di ricavi pubblicitari. Si tratta di 90 milioni di debito in meno rispetto alle previsioni». Forse ancora troppo presto per trarre bilanci, ma tutto quello che si costruisce oggi produrrà i suoi effetti nei prossimi anni.
Le novità e le fake news
Presentato poi il piano industriale (già in cda il 13 dicembre) che ha come obiettivo principale quello di investire in tecnologie che portino a nuove modalità di lavoro sempre più efficienti, all'insegna della sostenibilità aziendale che costituisca la base per la trasformazione della società in digital media company. Da domani gli incontri con i sindacati verso l'approvazione prevista per gennaio.
Il giornalismo d'inchiesta dopo Report e la parità di genere
Non manca il grande tema del giornalismo di inchiesta, genere particolarmente dibattuto soprattutto per quello che riguarda il caso di Report e le molte critiche arrivate da parte della maggioranza. «Su Report, ha aggiunto Sergio, molto è stato detto e quindi, in questa occasione, è utile citare le altre trasmissioni che contribuiscono a rendere Rai un importante attore nel panorama dell'approfondimento, dell'inchiesta e del valore del racconto». Una pagina di approfondimento che Sergio definisce «un pilastro nell'ambito dell'informazione e della nostra responsabilità».
Ma non c'è solo il giornalismo di inchiesta, la Rai vuole puntare sul pluralismo dell'informazione approfondita che parta da un'offerta sempre più ampia ampia e articolata che abbracci trasversalmente tutti i palinsesti e tutte le fasce orarie; il messaggio è che tutti i telespettatori, di tutte le età, sono al centro dell'attenzione. Parola d'ordine inclusività, per questo la parità di genere non può che rappresentarne la priorità. Rai si è armata contro la violenza sulle donne già dalla campagna andata in onda il 25 novembre, con l'intenzione di continuare, previsti per maggio i primi concerti in calendario per la raccolta fondi per i centri anti violenza. «Dando voce alle donne e affrontando il gender gap, i media pubblici si ergono come faro di equità, sfidando gli stereotipi aprendo le porte ad una rappresentazione rispettosa di tutte le identità», ha affermato Sergio. A partire da Amore Criminale a Sopravvissute «storie di vita e testimonianze che obbligano tutti a riflettere, ma soprattutto, a sapere e conoscere», ha concluso. Risultati in questo senso anche nella pratica, è infatti aumentata la percentuale delle donne occupare posizioni in vetta nell'azienda, a partire da vice direttrici sia in testata che in corporate. Si è partiti dalla percentuale del 34% ante 25 maggio 2023, fino a raggiungere a quella di oggi pari al 46%.
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