Migranti, l'accordo Lega-FdI sul decreto Cutro. La stretta sui permessi e la norma taglia-processi (per il Pnrr)

Migranti, l'accordo Lega-FdI sul decreto Cutro. La stretta sui permessi e la norma taglia-processi (per il Pnrr)
Regge l'accordo della maggioranza sul decreto Cutro, il provvedimento che introduce una stretta sulla protezione speciale per i migranti all'esame del Senato. Tra...

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Regge l'accordo della maggioranza sul decreto Cutro, il provvedimento che introduce una stretta sulla protezione speciale per i migranti all'esame del Senato. Tra stasera e domattina, grazie anche al contingentamento dei tempi, il centrodestra proverà a far passare a Palazzo Madama il decreto-bandiera sulle politiche migratorie nato all'indomani della strage sulle coste calabresi.

IL DECRETO FINALE

Un decreto pronto a cambiare da cima a fondo le regole sull'accoglienza. Eliminando di fatto la protezione speciale, cioè il permesso "extra" per i migranti che non hanno diritto allo status di rifugiato né alla protezione sussidiaria. Rimarranno poche eccezioni, ritagliate con cura dal governo d'intesa con il Quirinale che ha informalmente chiesto di non usare l'accetta sui permessi. 

Andiamo con ordine. Sono state ore di tensioni. Con le opposizioni insorte contro l'emendamento "canguro" che la maggioranza ha preparato e infine ritirato dopo una mediazione in conferenza Capigruppo del presidente del Senato Ignazio La Russa. Ora si andrà al voto un emendamento alla volta. E anche in maggioranza non mancano fibrillazioni. 

LE TRATTATIVE

Fino a stamattina infatti la pattuglia al Senato di Matteo Salvini non aveva ritirato i suoi emendamenti sulla protezione speciale. Un pacchetto di proposte partorito all'indomani del decreto Cutro che stringe le maglie ben più di quanto vorrebbe FdI. E, d'altra parte, il Colle. La Lega ha infine deciso per un passo indietro ritirando le modifiche alla protezione.

È stata trovata, assicura il capogruppo Massimiliano Romeo, «una chiave di discussione politica senza ostruzionismi da parte dell'opposizione e forzature da parte della maggioranza». Il decreto dunque va avanti. E l'intenzione, a sentire il governo, è di approvarlo entro venerdì mattina. Senza richiedere la fiducia, una forzatura ritenuta inopportuna tanto da Meloni quanto dal Quirinale. Eppure, fino all'ultimo, non esclusa. Il Cdm di lunedì ha infatti autorizzato la questione di fiducia sul decreto Cutro. In altre parole, il governo può ancora ricorrere alla tagliola fiduciaria per frenare l'ostruzionismo delle minoranze ma anche per neutralizzare eventuali "blitz" in maggioranza. 

IL GIRO DI VITE

Veniamo alle misure. Oltre al giro di vite sulla protezione speciale il decreto potenzia il sistema dei rimpatri e dell'accoglienza. Sul primo fronte interviene lo stato di emergenza dichiarato dal governo e il neo-commissario straordinario Valerio Valenti, anche se quattro regioni a guida Pd - Toscana, Campania, Emilia Romagna e Puglia - hanno negato il loro assenso. L'obiettivo è costruire un Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) in ognuna delle altre sedici regioni ricorrendo a "fast-track" per gare e appalti. 

Tra le altre novità, il potenziamento dei corridoi umanitari con i richiedenti asilo tramite l'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati. Ma anche un piano per ridurre il sovraffollamento degli hostpot nelle regioni costiere italiane. A partire dal centro di Lampedusa ormai sull'orlo del collasso: sarà affidato alla Croce Rossa Italiana e dotato per la prima volta di un centro del 118 sull'isola.

LA NORMA TAGLIA-PROCESSI 

Quanto alla protezione speciale, un emendamento del governo (art. 7-bis) punta invece a decongestionare i tribunali dalla mole di ricorsi dei migranti per ottenere la protezione speciale.  In sostanza, la proposta prevede di snellire i processi civili per il riconoscimento dei permessi aperti entro il 31 dicembre del 2021.

D'ora in poi i ricorrenti non potranno più richiedere l'esame contemporaneamente della protezione internazionale e speciale - operazione che impegna per troppo tempo giudici e personale di polizia - ma dovranno scegliere un solo ricorso. Una norma taglia-tempi dei processi civili che, si legge nella relazione illustrativa, serve anche a centrare in tempo i target del Pnrr che chiedono all'Italia di velocizzare i tempi dei processi. 

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Il Messaggero