Sorpresa (ma neanche tanto) e sconcerto (questo, sì). Appena le agenzie, i siti e i social cominciano a dare la notizia che il popolo della festa dell’Unità...
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«Ma è mai possibile che questi pensano di stare ancora nel Pci? E noi dovremmo restare nella loro Ditta?». Ecco, nel momento in cui si stanno rompendo gli indugi da parte dei renzisti - verso la formazione di gruppi parlamentari autonomi fuori dal Pd, come anticipato dalle colonne del Messaggero - le note dell’amarcord di «avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà... » e di Bella Ciao, che comunque può essere stato anche un omaggio al neo-ministro Gualtieri che la suona molto bene alla chitarra, alle orecchie degli amici di Renzi stonano. Le conversazioni in area Matteo sono così: «E noi dovremmo restare in un partito che torna indietro di 40 anni?».
No, certo che no. Il «come facciamo a rimanere» nel Pd diventa un tormentone tra chi mastica amaro guardando al partito di Zingaretti come una rivisitazione della sinistra-sinistra. In cui starebbe per confluire anche Leu con tutto il dalemismo di ritorno e il bersianismo uber alles. «La nostra storia è un l’altra e la retropia lasciamola agli eterni orfani del Pci».
Parole così circolano. Mentre gli ormeggi del renzismo stanno per essere mollati rispetto al Nazareno modello Zinga. E alla Leopolda, il mese prossimo, quando si terrà a battesimo il distacco dei renzisti dalla casa madre, c’è da giurarci che la colonna sonora non sarà questa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero