Patto di stabilità Ue, c'è l'accordo: piani di rientro in quattro anni e più spazio per gli investimenti

Trovata l'intesa dopo 16 ore di trattative tra Consiglio e Parlamento europeo

Il Parlamento europeo
Sedici ore di trattative, poi la fumata bianca: l'accordo sul nuovo Patto di Stabilità, alla fine, c'è. È il risultato del negoziato tra Consiglio e...

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Sedici ore di trattative, poi la fumata bianca: l'accordo sul nuovo Patto di Stabilità, alla fine, c'è. È il risultato del negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo, dopo che i leader dei Ventisette avevano già dato il via libera un mese fa alla loro proposta di riforma della governance economica dell'Ue. Restano gli obiettivi di rientro per i Paesi ad alto debito, secondo una traiettoria concordata tra il Paese membro e la Commissione. Ma - è questa la vera novità dell'accordo - si dovrà tenere conto più di quanto non si sia fatto fino adesso delle spese sostenute per i piani europei di transizione ecologica e digitale. 

L'accordo

L'accordo mantiene infatti l'obbligo per gli Stati membri di presentare piani strutturali fiscali nazionali a medio termine. La Commissione presenterà una "traiettoria di riferimento" agli Stati membri con un debito pubblico oltre il 60% del Pil o un deficit sopra il 3% del Pil. La traiettoria indica agli Stati come garantire che entro i successivi quattro anni il debito pubblico sia più basso, o rimanga a livelli prudenti nel medio termine. E l'accordo prevede che tutti i passaggi per ridurre il disavanzo vengano concordati attravero un dialogo preliminare "facoltativo e fattuale" tra gli Stati membri e la Commissione. I governi, dal canto loro, dovranno redigere un piano di spesa a medio termine. 

Tuttavia, gli investimenti già sostenuti dal Paese membro in questione in una serie di settori chiave (transizione climatica e digitale, sicurezza energetica, difesa) dovranno essere presi in considerazione dalla Commissione quando contesta gli eccessivi sforamenti, dando modo a quello Stato di dimostrare le spese sostenute e quindi non sottoponendolo subito a una procedura per disavanzo eccessivo. Non solo: la spesa nazionale per il cofinanziamento dei programmi Ue dovrà essere esclusa dal calcolo del deficit. E gli Stati potranno chiedere un aggiustamento dei conti in sette anni, anziché quattro, se metteranno in campo "riforme e investimenti che migliorano la resilienza e il potenziale di crescita, sostengono la sostenibilità di bilancio e affrontano le priorità comuni dell’Unione”, ha spiegato la presidenza belga di turno dell'Ue. 

La ratifica

L'accordo, raggiunto a livello politico tra i negoziatori di Consiglio e Parlamento, ora dovrà essere approvato da ognuna delle due istituzioni Ue. L'obiettivo è quello di fare presto, visto che il countdown alle prossime elezioni europee di giugno è già cominciato. 

 

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Il Messaggero