Natalità, l’alert di Meloni e Mattarella sull’Italia spopolata: «Si metta in sicurezza il futuro»

L’impegno del premier: vogliamo che essere genitori torni di moda

ROMA Le voci istituzionali sono diverse, il messaggio invece più o meno lo stesso: il futuro dell'Italia passa per il sostegno ai giovani e alle aree interne. O...

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ROMA Le voci istituzionali sono diverse, il messaggio invece più o meno lo stesso: il futuro dell'Italia passa per il sostegno ai giovani e alle aree interne. O più genericamente per «la capacità di dare risposte alle nuove generazioni», specie sulla natalità. A guidare il coro levatosi ieri dallo stesso palco è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che identifica la sfida della natalità come «una priorità» dell’esecutivo: «Non vogliamo accontentarci di gestire il presente, non serve a niente se non si mette in sicurezza il futuro».

Meloni: «Cattivi maestri hanno denigrato genitorialità»

Per la premier l’occasione è la conferenza dal titolo "Per un'Europa giovane: transizione demografica, ambiente, futuro" organizzata dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella. «Ricostruire una società amica della famiglia, amica della natalità, una società nella quale essere padri non sia fuori moda ed essere madri non debba essere una scelta privata» ha scandito, prima di passare a toni forse un po’ meno istituzionali e più da campagna elettorale affondando contro «i cattivi maestri che hanno decretato che la genitorialità è un concetto arcaico», contro chi si è reso protagonista di «gestioni allegre» delle risorse e contro i difensori della maternità surrogata. Ovvero «una pratica disumana» che per Meloni diventerà presto «reato universale», cioè perseguibile in Italia anche se è commesso all'estero, attraverso una proposta di legge parlamentare. Potrebbe bastare qualche settimana. In commissione Giustizia al Senato sono in corso le audizioni sul testo, presentato da Fratelli d’Italia e già approvato dalla Camera a fine luglio in prima lettura.

IL CAPO DELLO STATO
Più o meno in sintonia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che come sempre si mostra attentissimo alla «coesione sociale». «Le trasformazioni della demografia incidono fortemente sulla struttura territoriale del Paese e sulla sostenibilità dei centri abitati - il monito che il Capo dello Stato ha affidato ad un videomessaggio proiettato durante l’evento romano - aggravando la crisi e non permettendo di conseguire l’obiettivo dell’eguaglianza dei cittadini». Lo stimolo di Mattarella quindi, legato «attuazione al dettato costituzionale», riguarda la necessità «che le Istituzioni ne prendano coscienza, per attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità».

I MINISTRI


Sulla stessa linea d’onda proprio Roccella, secondo cui la denatalità genera anche «un nuovo problema, la solitudine», perché «altera la struttura non solo delle parentele ma dell’intera popolazione». «Tutta l’Europa è in calo demografico», ha affermato la ministra rivolgendosi alle commissarie Ue per la Demografia e per l’Uguaglianza, Dubravka Suica e Helena Dalli, ed è importante che, oltre ai singoli Paesi, «anche l’Europa se ne occupi». Del resto, è il punto di vista del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, per rendere «sostenibile» il debito «occorrerebbe un’Europa giovane», mentre le proiezioni «al 2050, al 2060, ma anche al 2040» ci mettono di fronte a una «tragedia annunciata». Preoccupano anche gli effetti sul mondo del lavoro perché, l’avvertimento della ministra Marina Calderone, «4,5 milioni di boomer lasceranno la vita lavorativa attiva nei prossimi 4 anni». Il governo rivendica «un cambio di passo». «Abbiamo aperto all’immissione di immigrati nel mercato del lavoro come mai nessuno prima», dice Roccella. «Ma non possiamo pensare - osserva il vicepremier Antonio Tajani - di colmare il calo demografico con la presenza di migranti regolari». Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto prospetta invece una «strategia» contro lo spopolamento delle aree interne. Un piano che, intervenendo sul tema «dell'invecchiamento della popolazione, della sanità, dell'assistenza domiciliare, della scuola» eviti le sovrapposizioni tra le politiche del Pnrr, della coesione e del Fondo sviluppo e coesione.

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Il Messaggero