Augello e Minopoli, quel cordoglio (e rispetto) bipartisan per due artigiani della politica

Augello e Minopoli, quel cordoglio (e rispetto) bipartisan per due artigiani della politica
Il veterano della destra romana, senatore di Fratelli d'Italia e stratega di mille battaglie sul territorio, vinte, per lo più. Il manager comunista di Pozzuoli,...

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Il veterano della destra romana, senatore di Fratelli d'Italia e stratega di mille battaglie sul territorio, vinte, per lo più. Il manager comunista di Pozzuoli, una vita tra Botteghe oscure, il Pci e i piani alti dell'industria italiana.

Hanno poco in comune Andrea Augello e Umberto Minopoli, scomparsi ieri e oggi all'età di 62 e 69 anni in seguito a una lunga malattia. O forse qualcosa condividono.

IL FILE ROUGE

C'è un file rouge invisibile che lega la figura di Augello, pianto da tutto il centrodestra e dalla premier Giorgia Meloni, «un punto di riferimento per tanti», e quella di Minopoli la cui scomparsa trattiene oggi il respiro all'intera classe dirigente della sinistra italiana (di Claudio Velardi, suo amico d'infanzia e compagno di partito, il ricordo più commosso di un uomo «appassionato, tenace, controcorrente»).

E questo filo si intravede nelle lacrime bipartisan - davvero - versate in queste ore per due tra i volti più riconoscibili della politica militante civil servant italiana. La scomparsa di Augello, nel mezzo della bagarre tra Camera e Senato sul Def, ha stretto un nodo in gola ai tanti compagni di partito, a partire da quella generazione della destra romana, da Fabio Rampelli a Gianni Alemanno, che insieme a lui ha scalato e sfidato i vertici del Msi e ha vissuto da protagonista la svolta di Fiuggi.

IL CORDOGLIO BIPARTISAN

E tuttavia al cordoglio per il senatore, marito e padre di tre figlie, si è unito con un coro unanime e inedito il grosso della classe dirigente del centrosinistra che con Augello si è sfidato senza esclusione di colpi ma anche con rispetto e un certo timore.

Dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, «amava molto la città» al due volte governatore del Lazio Nicola Zingaretti, «se ne va una persona intelligente e acuta» fino al senatore indipendente eletto con il Pd, Pier Ferdinando Casini, «ha amato la politica e la sua comunità con una passione limpida e coerente». 

La stessa discreta commozione segna oggi il ricordo di Minopoli, una vita nel Pci, poi diviso tra impegno pubblico (dai Trasporti alle Attività produttivr) e manageriale (Finmeccanica, Piaggio, Mefkin, Ansaldo Nucleare).

Carlo Calenda affida a twitter il ricordo di un «amico e un dirigente capace, appassionato e un tecnico di indiscutibile valore». Vannia Gava, viceministra all'Energia della Lega, saluta «un dirigente politico e manager di elevata caratura». Il rispetto e la stima, in politica e non solo, non hanno per forza un colore. E questo sereno disincanto è ancora lì, fissato nella bio twitter di Minopoli, a suo modo un piccolo testamento: «La sinistra, come la destra, è finita col muro. Il futuro avrà altri nomi».

 

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Il Messaggero