Quello dei migranti rimane un tema caldo nell'agenda del governo. Lo dimostrano i due incontri tenuti a stretto giro dal premier Giuseppe Conte, prima con i sindaci...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il confronto con i sindaci si è rivelato utile per smorzare sul nascere una propensione neanche tanto velata alla "disobbedienza" avanzata giorni fa da alcuni primi cittadini, su tutti Leoluca Orlando di Palermo e Luigi de Magistris di Napoli. Ma la questione dovrebbe essere risolta con circolari esplicative. Il presidente del Consiglio ha messo le mani avanti: al tavolo dell'Anci «non è stato rappresentato nessun dubbio di costituzionalità, nessuna criticità di rango costituzionale» sulla legge sicurezza. «Correttamente - ha aggiunto Conte - la delegazione Anci ha condiviso il fatto che questo governo ha impresso con questa norma un cambio di rotta, ha ridefinito meglio il sistema di protezione e il sistema di accoglienza».
Il premier ha poi annunciato che si farà «un aggiornamento costante per le persone in carico, ma il clima è stato proficuo e le criticità sollevate sono già state chiarite, anche insieme agli uffici del Viminale presenti all'incontro». «Mi sembra di aver capito - ha detto da parte sua Salvini - che non c'è stata alcuna rimostranza nella delegazione dell'Anci rispetto ai contenuti del decreto. Sono stati aiutati a capire cosa c'è nel testo che era e rimane esattamente ciò che è. Se poi dieci sindaci su 8mila hanno bisogno di ulteriori chiarimenti glieli daremo».
Apparentemente soddisfatto il presidente dell'Anci Antonio Decaro. «Da ora in poi »verranno comunicati ai Comuni e ai Sindaci i nominativi delle persone domiciliate nei centri di accoglienza«, ha annunciato.
Di diverso respiro il confronto con Avramopoulos, al quale Conte ha tenuto a rappresentare «il rischio che l'Europa possa franare e crollare», quindi «se si continua a tergiversare senza una via condivisa rischiamo di far cadere l'edificio europeo». Con il commissario Ue, ha poi precisato, «non si è parlato di blocco navale, abbiamo discusso degli strumenti per avere la difesa dei confini, che è un tema fondamentale, altrimenti si incentiva il pull factor». Esplicito il titolare del Viminale: «Sono soddisfatto delle parole, ora aspettiamo i fatti, io gli ho messo in mano un elenco di 670 persone già ricollocabili dall'Italia da oggi pomeriggio. Il 2019 finora è il primo anno e unico dove ci sono stati più espulsioni che arrivi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero