Matteo Salvini forte del 34% delle europee tracima dalla scrivania del Viminale a quella di altri ministeri, e detta l'agenda di governo anche a Tesoro e al presidente...
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Salvini da una parte ha ribadito di voler andare avanti con il governo giallo-verde, («nessun ultimatum» a Di Maio), dall'altro si è mosso non da partner e da vicepremier, ma da dominus e premier. Ha infatti mandato un altolà alla Commissione Ue a non mandare l'annunciata «letterina» sull'eccesso di debito 2018, proprio mentre Conte era a Bruxelles al Consiglio europeo. Poi ha rilanciato su tutti i temi urticanti per M5s, dalla Tav all'Autonomia, dal decreto sicurezza alla flat tax: «al Paese - ha detto - serve uno choc fiscale», una cura da «circa trenta miliardi». «Non mi piacciono i giochini di palazzo, alla Renzi, o vado avanti con questa squadra o torno dagli italiani a chiedere il voto». Così Matteo Salvini a Quarta Repubblica di fronte all'ipotesi di nuove maggioranze.
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Una proposta «che siamo pronti a portare in Consiglio dei ministri»; con buona pace del Tesoro e del Premier Conte. «Non abbiamo ancora iniziato a discutere della manovra economica» ha tagliato corto Conte interpellato dai cronisti. Inevitabile la domanda se non si sente commissariato dal Ministro dell'Interno: «Salvini ha sempre fatto parte delle forze del mio governo. Perchè dovrei sentirmi commissariato?» ha replicato il premier, certo non facilitato nelle difficili trattative con gli altri partner europei per i futuri assetti Ue dagli annunci di Salvini di voler sforare le regole del debito e del deficit, che hanno fatto impennare lo spread a 290. Come se non bastassero le fibrillazioni, ecco che dopo una riunione a Palazzo Chigi con Salvini, il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, ha annunciato che se nei giorni a venire dovesse arrivare una condanna per il sottosegretario Rixi, questi «sta al suo posto.
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La Lega ha deciso», ha sottolineato.
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Il Messaggero