Lo spazio elettorale per un eventuale partito di Renzi c'è, riuscendo in buona parte a pescare voti nel serbatoio di quello che diverrebbe così il suo ex...
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Possono sintetizzarsi così, in attesa delle rilevazioni demoscopiche, le previsioni dei principali sondaggisti sull'ipotesi politica di fuoriuscita dell'ex premier e segretario Matteo Renzi dal Pd.
«Lo spazio elettorale che ad oggi si può accreditare a un nuovo partito fondato e guidato da Matteo Renzi può essere valutato attorno al 10% - prospetta Renato Mannheimer - Quasi la metà dei suoi voti, Renzi li prenderebbe dal Pd, il resto dall'area di centro che alle ultime elezioni ha votato per altre forze politiche o non è andata affatto alle urne, anche se l'astensionismo è un serbatoio per tutti. Un eventuale partito di Renzi potrebbe avere dunque una forza elettorale simile a quella di un Pd senza Renzi». Per il Partito Democratico, infatti, «una uscita di Renzi è sicuro che si traduca in una perdita secca, perché qualche piccolo recupero sul suo fianco sinistro non compenserebbe affatto la perdita più consistente sul suo fianco destro». Il vero rischio, avvertono però i sondaggisti - da Nicola Piepoli a Maurizio Pessato di Swg - è che il partito di Renzi conti poco: per i dem, dice Piepoli, sarà difficile invertire tendenza al ribasso. «Le scissioni non pagano», avverte Pessato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero