Draghi in visita ai laboratori del Gran Sasso/Ricerca, impegno del premier contro il “gender gap”: «Più risorse per le donne»

dal nostro inviato  L’AQUILA Fa un respiro profondo Mario Draghi. Assapora l’aria di montagna appena sceso dall’elicottero, e qui al Gran Sasso, tra gli...

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dal nostro inviato 
L’AQUILA Fa un respiro profondo Mario Draghi. Assapora l’aria di montagna appena sceso dall’elicottero, e qui al Gran Sasso, tra gli scienziati e soprattutto le scienziate dei laboratori di fisica nucleare è lontanissimo dalle beghe dei partiti sui balneari. Ha un cruccio il premier ed è quello del gender gap.

«Per troppo tempo, le donne sono state lasciate ai margini del mondo scientifico. Occorre recuperare al più presto». Un Paese che vuole e che sa crescere, è l’assunto di Draghi circondato per tutto il tempo della sua visita da giovani ricercatrici (chi con il caschetto blu, chi con quello giallo o arancione di gente abituata a lavorare nella caverna della grande fisica), «non può permettersi di avere un numero basso di ragazze che scelgono gli studi scientifici».

Infatti nelle università italiane soltanto una su cinque sceglie le cosiddette materie Stem: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. Dunque, «il governo investirà oltre un miliardo» così che le ragazze iscritte siano almeno il 35 per cento del totale. Si vede che questa atmosfera da super-laboratorio gli fa bene. E’ empatico il premier, e a un certo punto si mette a parlare di «cromodinamica quantistica», più che altro per chiedere di che cosa si tratta. S’è infilato subito nel ventre della montagna, in questo antro pieno di macchine scientifiche avveniristiche che è fiore all’occhiello dell’Italia migliore, e lì sotto a un chilometro e mezzo di profondità ha chiesto dei progetti in corso: «Questa è l’Italia per cui lavoro». Questa ma non solo questa, e comunque Draghi incalza: «La ripartenza ha bisogno di un surplus d’intelligenza».

 
SOLDI
Che non può essere gratis, però. «Nella ricerca - ecco l’annuncio - investiamo oltre 30 miliardi del Pnrr». Proprio quello che volevano sentirsi dire - in questa Giornata mondiale delle donne e ragazze della scienza - le persone che accompagnano il premier nella sua visita a un pezzo pregiato di Paese reale e di giri così ne seguiranno altri (è appena stato a Genova, al Ponte Morandi e al Terzo Valico in costruzione) perché la strategia nazional-popolare di Draghi è quella di andare a rappresentare personalmente e fisicamente la grande occasione del Pnrr. Scendendo nel concreto, e non governandole solo dal Palazzo, delle tante cose da fare. Ed è in questa linea che il 23 febbraio sarà a Firenze per l’evento organizzato dalla Cei con i sindaci delle città italiane (Roma uber alles, e il Recovery Plan piatto forte) e del Mediterraneo.

 
Il premier assicura che «la ricerca sarà al centro della crescita dell’Italia» e snocciola cifre: «Nei prossimi 4 anni destiniamo 6,9 miliardi di euro alla ricerca di base e applicata». E ancora: «Raddoppiamo le borse di studio, da 9mila a 20mila, e ne aumentiamo gli importi. Finanziamo 2mila nuovi progetti di giovani ricercatori». Non fa che dirsi «orgoglioso» il premier per l’eccellenza mondiale di questi laboratori. E rivolto alla sua guida, Giorgio Parisi, Premio Nobel per la fisica 2021, gli dice che nel pantheon degli scienziati italiani - con Fermi, Marconi e gli altri fino alla Montalcini - c’è anche lui. Ma non si nasconde i ritardi italiani il capo del governo. Sa che le donne nella ricerca sono solo il 30 per cento del totale. E che un settore così cruciale non può essere appannaggio dei soli maschi, nonostante eccezioni come quella di Fabiola Gianotti (direttrice del Cern e coordinatrice del progetto che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs) o di Lucia Votano che ieri ha accompagnato Draghi nella visita ed è stata la prima donna a dirigere i Laboratori del Gran Sasso (ci sono anche il presidente dell’Infn, Zoccoli, e la ministra della Ricerca, Messa).


RIEQUILIBRIO


La Votano gli dice: «Vede, Presidente, la parità di genere è fondamentale anche nella scienza. Senza di questa, è come correre con una gamba sola». E l’Italia non ce la può fare. Per questo il governo - incalza il premier - investirà denaro contro il gender gap in questo settore. Draghi non poteva che scegliere un luogo così simbolico del kantiano «Sapere aude» (l’illuministico coraggio del sapere contro l’oscurantismo che non si arrende) per sottolineare l’importanza dei vaccini e stigmatizzare le «pulsioni anti-scientifiche»: «Dobbiamo difendere gli scienziati. Occorre prendersi cura della scienza come la scienza si è presa cura di noi» in questi due anni di pandemia. Poi il «silenzio cosmico» di questi laboratori sotterranei si riprende tutto il suo spazio e toccherà alla politica, non solo con il Pnrr ma anche dopo, stare all’altezza di questo luogo d’eccellenza che Draghi, prima dell’ora di pranzo, lascia ripartendo con il suo elicottero.

 
 

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Il Messaggero