Un lunghissimo vertice, durato quasi dieci ore, al ministero dell'Economia, non è bastato per trovare le coperture che mancano per completare la manovra. Il tempo ora...
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Giochi, tassa sulle micro-vincite: stangata sul jackpot del Superenalotto
Anche sul cuneo fiscale non tutti i nodi sono stati sciolti. Ai sindacati è stato confermato che le risorse a disposizione per il prossimo anno sono 2,7 miliardi che diventeranno 5,4 miliardi nel 2021. È sulla platea dei beneficiari che la partita è ancora aperta. Le ipotesi sono due: distribuire i fondi agli incapienti, quelli che dichiarano meno di 8 mila euro l'anno e sono rimasti fuori dal bonus Renzi. In questo caso otterrebbero un beneficio di 60 euro a testa. Oppure distribuire le risorse alla stessa platea che già incassa gli 80 euro, ossia coloro che dichiarano fino a 26 mila euro. L'aumento in busta paga, in questo caso, sarebbe di 40 euro al mese. Per i sindacati è troppo poco.
LE INCERTEZZE
Ancora incertezza c'è anche su un altro capitolo, il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi. È quasi certa la rimodulazione su un arco temporale di tre anni, delle accise sul diesel. Per le auto a gasolio, insomma, si prospetta un aumento dei prezzi alla pompa di benzina. Così come potrebbe entrare nel testo finale della manovra anche la cosiddetta «sugar tax», la tassa sulle bibite zuccherate. A spingere in questa direzione è il Movimento Cinque Stelle. Oggi e domani i vertici proseguiranno per provare a chiudere il cerchio entro lunedì. Anche se la manovra vera e propria sarà approvata dopo il 20 ottobre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero