Battaglia sulla soglia dei 100 mila euro: i dubbi anche da parte dei magistrati

Se l'urgenza del governo è combattere l'evasione fiscale non si vede perché Sergio Mattarella non debba firmare il decreto fiscale che abbassa...

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Se l'urgenza del governo è combattere l'evasione fiscale non si vede perché Sergio Mattarella non debba firmare il decreto fiscale che abbassa l'asticella per il carcere agli evasori, come invece ieri sostenevano esponenti della maggioranza. Sull'efficacia della norma il Quirinale ovviamente non entra e, anche se il decreto fiscale non è ancora arrivato, dal Colle più alto fanno sapere che il Presidente della Repubblica «non ha obiezioni sostanziali» ed è quindi pronto a dare «disco verde» quando il testo arriverà.


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I DUBBI
Il decreto era atteso per ieri, ma le convulsioni nella maggioranza hanno rallentato l'iter. Le nuove norme prevedono che la pena massima passi da 6 a 8 anni in caso di dichiarazione fraudolenta, quando la somma evasa superi i 100 mila euro. Ma a sollevare dubbi, anche da parte dell'opposizione - che ha inviato una lettera al Quirinale primo firmatario Enrico Costa - è l'entrata in vigore che viene differita al contrario dello spirito di un decreto che invece entra immediatamente in vigore.

Oggetto del contendere nella maggioranza è invece la soglia dei cento mila euro ritenuta troppo bassa anche perché, come ha fatto notare il magistrato Piercamillo Davigo, l'ammontare dell'evasione viene determinata alla fine dei tre gradi di processo. Alle resistenze di parte della maggioranza - renziani in testa - che promette battaglia in aula, si sono aggiunte le riflessioni (affidate all'Huffington Post) anche di un altro magistrato come Eugenio Albamonte che punta il dito sull'affollamento che rischiano i tribunali e sul fatto che si possa trattare di una «norma manifesto» se non si predispongono i controlli.

Lunedì la manovra di Bilancio dovrebbe approdare al Senato mentre il decreto fiscale inizierà il suo iter alla Camera. Da quel momento inizierà ad abbattersi sui due provvedimenti una valanga di emendamenti. I temi più controversi sono la stretta penale per gli evasori, Quota100, la sugar tax, la plastic tax e la cedolare secca, che passa dal 10% al 12,5%. In attesa del voto in Umbria, nella maggioranza è in vigore una sorta di tregua, ma dalla prossima settimana si inizierà a ballare - soprattutto al Senato - e i tempi a disposizione sono ridotti anche per i ritardi del governo nell'inviare i testi. Ieri a palazzo Chigi, per incontrare il premier Conte, è salita una delegazione di Italia Viva, composta dai presidenti Bellanova e Rosato e dai capigruppo Boschi e Faraone.


«Incontro cordiale e di metodo», spiegano i renziani, ma su alcuni passaggi della manovra le posizioni restano distanti. Il Senato dovrebbe concludere l'iter della manovra entro novembre, o la prima settimana di dicembre, per poi passare la legge di Bilancio alla Camera dove sarà difficile evitare il voto di fiducia se si vuole scongiurare l'esercizio provvisorio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero