«Beh, ne sono rimasto colpito e sconvolto come tutti: Marcello De Vito lo avevo conosciuto in campagna elettorale in quanto era stato nominato dai vertici responsabile dei...
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Il deputato M5S Emilio Carelli, già di direttore di Skytg24 e volto storico del giornalismo Mediaset, è seduto in un divanetto del Transatlantico. Per lui, come per gli altri grillini, dovrebbe essere una grande giornata: sta per arrivare il via libera di Montecitorio al Decretone, quello del Reddito di cittadinanza. E invece, eccolo qui, Carelli. Da solo. Che scuote la testa: «Questa è una storia brutta, impensabile».
Ma cosa vi insegnava De Vito?
«In un locale del municipio, dalle parti di Cinecittà, ci spiegava le regole delle politica e della buona amministrazione».
Surreale, non trova Carelli?
«Io l’ho conosciuto come una persona disponibile e preparata. Certo con il senno di poi, fa un po’ ridere, questo sì. Ma all’epoca, un anno fa, era stato nominato coordinatore di tutti i candidati in virtù della stima di cui godeva all’interno del Movimento. E alcuni vennero segnalati da lui. Non io, però».
Non proprio una figura di secondo piano.
«No, certo che no».
Questa vicenda smonta per sempre la presunta superiorità morale del M5S.
«Allora, quando ancora sento dire queste cose, tipo “noi siamo diversi”, mi viene da ridere. Io alla mia età ne ho viste davvero troppe per credere ancora a queste storia della superiorità. Diciamocelo: non esiste. Le mele marce si trovano ovunque. Bravo è stato Luigi Di Maio a prendere subito provvedimenti».
E tutta la retorica dei migliori che fine fa?
«Nella gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura: in queste ore mi sono ritornate in mente, leggendole da qualche parte, le parole di Pietro Nenni».
Ammetterà che per il M5S questo è un colpo.
«Vedremo come andrà a finire, di sicuro bisogna reagire. E con i fatti. Servono gesti concreti».
E quali sono?
«Guardi, ne basta uno: governare bene. Dobbiamo pensare solo a governare bene». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero